Napoli:| Prigioniero di un modulo
Il Napoli mette insieme invece i giocatori migliori e più giovani con stipendi adeguati ad età, valore tecnico, quotazione di mercato. Chi non vorrebbe Cavani, Lavezzi, Hamsik, Gargano, un Maggio in forma e l'ultimo Pandev? Non è la scadente qualità del pareggio di Siena a turbare l'allenatore.
La sua tesi ricorre da tempo: quando amplifica i meriti della sua gestione dopo luminose vittorie, e Mazzarri ne può vantare molte. Ma anche quando spera di giustificare gli insuccessi. Quello di ieri è pesante. Non è finito un incontro, ma un girone. Il declino da un anno all'altro è da vertigini. È solo settimo con 29 punti, ne aveva sette in più a gennaio 2011, quattro in meno del Milan campione d'inverno allora, ben dodici rispetto alla Juve adesso.
Che sia una squadra tatticamente squilibrata lo certificano altri dati. Il Napoli con 34 gol fatti ha il secondo attacco del campionato (meglio solo il Milan con 40) ma tra le prime sette squadre ha la difesa peggiore (21). È facile confrontare la classifica con quella degli ingaggi, per dimostrare che il Napoli è settimo in entrambe. Ma è inopportuno, perché non riconosce alla società talento manageriale.
Il Napoli non può sottrarsi a due urgenze: 1) basta il modulo unico, occorre modificare, una squadra non è un tram fisso sui binari. 2) basta titolari inamovibili, giochino i più in forma e più adatti alla gara. Il modulo non funziona più, il Napoli ne è prigioniero. Risale dal settimo posto, dopo acquisti da 40 milioni in estate e 11 a gennaio, solo se 'cambiare' diventa il nuovo verbo di Walter Mazzarri.
(La Repubblica - Edizione Napoli)