Getty Images
Di Vicino: 'Io, discepolo di Zeman. Quel gol in Napoli-Real...'
Una foto ricordo. Serata di metà agosto quasi quindici anni fa. Un lampo nella notte, era il Napoli in un'amichevole a Madrid. Gol del vantaggio. Poi arrivò il pari ma quella squadra diede spettacolo. Era il Napoli di Zeman. Un'immagine precisa di come doveva essere quella squadra. In gol un ragazzino delle giovanili, Giorgio Di Vicino. Non doveva neanche essere convocato e invece non solo giocò titolare ma segnò un gol da applausi. Proprio Zdenek Zeman, domenica sfidante al San Paolo col suo Cagliari, ricorda quello come l'episodio più bello della sua breve parentesi napoletana. La serata di Madrid e quel ragazzino, Giorgio Di Vicino, che il boemo ha voluto con sé anche a Salerno e che ha provato a lanciarlo nel grande calcio. È mancata un po' di fortuna: Di Vicino poteva essere come Insigne e Immobile, ma va bene lo stesso. A 34 anni cerca una squadra e si prepara a fare l'allenatore. Ovviamente con gli insegnamenti di Zeman. Calciomercato.com ha contattato Giorgio Di Vicino per parlare della sua storia.
Zeman ti ha voluto ricordare come simbolo del suo sfortunato Napoli. Che ne pensi?
"Ne sono felice. Onestamente non lo sapevo, ma sono andato a vedere e ho sorriso. Lo ringrazio e penso che aveva ragione. Quella fu una bella serata, giocammo molto bene. Dovevano dare più fiducia al mister, serviva più tempo".
Come sei capitato tra i titolari contro il Real Madrid?
"Io venivo dal settore giovanile e feci il ritiro col Napoli. Onestamente speravo al massimo nella convocazione, ma Zeman ovviamente non mi disse nulla. Quando seppi che sarei andato a Madrid ho festeggiato con la mia famiglia. Poi mi ha messo titolare ed è arrivato un gol. È banale ma per me è stato come un sogno".
Però poi quel Napoli è naufragato...
"La situazione era difficile, non stabile come adesso. Era appena arrivato Corbelli, c'era un via vai di dirigenti. I risultati non erano soddisfacenti, è vero. Ma Zeman meritava un altro po' di fiducia. Avrebbe sistemato le cose".
E tu?
"Io fui ceduto a gennaio, contro la mia volontà. Andai a Crotone. Sarei rimasto volentieri a Napoli ma purtroppo la decisione fu questa. Nella stagione seguente Zeman mi ha voluto a Salerno, dove ho fatto bene. Gli devo tanto".
Cosa vuol dire essere un suo "discepolo"? "È un maestro, mi ha insegnato tante cose. Si dice che è burbero, che non parla. Ma non è così. È una persona normale. Anche all'epoca i miei amici mi dicevano "ma come fai con quel Zeman che non parla?" ma non era così. Fa lavorare sodo, ma anche in questo caso non c'è nulla di così strano. È un professionista eccezionale".
E ora Di Vicino cosa fa?
"Lo scorso anno ho giocato nell'Aversa Normanna. Oggi a 34 anni sono svincolato, aspetto una proposta interessante. Ho avuto contatti dalla Serie D e dall'estero, ma non erano proposte interessanti. Aspetto almeno gennaio, poi deciderò. Sto bene fisicamente e sono felice della mia carriera. Ho sempre voluto giocare a calcio e ci sono riuscito".
E domani?
"Ho già preso il primo patentino per allenare. È il mio obiettivo quando finirò di giocare. Ma ora voglio essere ancora un calciatore".
Ovviamente 4-3-3 di Zeman. O magari entrerai nel suo staff?
"Sicuramente mi ispiro a lui, non lo nascondo. Ho imparato tantissimo e mi piacerebbe fare un calcio simile al suo. Conosco il suo staff, sono persone eccezionali a cui voglio bene. Non si sa mai, se dovesse servire una mano... io ci sto".
Zeman ti ha voluto ricordare come simbolo del suo sfortunato Napoli. Che ne pensi?
"Ne sono felice. Onestamente non lo sapevo, ma sono andato a vedere e ho sorriso. Lo ringrazio e penso che aveva ragione. Quella fu una bella serata, giocammo molto bene. Dovevano dare più fiducia al mister, serviva più tempo".
Come sei capitato tra i titolari contro il Real Madrid?
"Io venivo dal settore giovanile e feci il ritiro col Napoli. Onestamente speravo al massimo nella convocazione, ma Zeman ovviamente non mi disse nulla. Quando seppi che sarei andato a Madrid ho festeggiato con la mia famiglia. Poi mi ha messo titolare ed è arrivato un gol. È banale ma per me è stato come un sogno".
Però poi quel Napoli è naufragato...
"La situazione era difficile, non stabile come adesso. Era appena arrivato Corbelli, c'era un via vai di dirigenti. I risultati non erano soddisfacenti, è vero. Ma Zeman meritava un altro po' di fiducia. Avrebbe sistemato le cose".
E tu?
"Io fui ceduto a gennaio, contro la mia volontà. Andai a Crotone. Sarei rimasto volentieri a Napoli ma purtroppo la decisione fu questa. Nella stagione seguente Zeman mi ha voluto a Salerno, dove ho fatto bene. Gli devo tanto".
Cosa vuol dire essere un suo "discepolo"? "È un maestro, mi ha insegnato tante cose. Si dice che è burbero, che non parla. Ma non è così. È una persona normale. Anche all'epoca i miei amici mi dicevano "ma come fai con quel Zeman che non parla?" ma non era così. Fa lavorare sodo, ma anche in questo caso non c'è nulla di così strano. È un professionista eccezionale".
E ora Di Vicino cosa fa?
"Lo scorso anno ho giocato nell'Aversa Normanna. Oggi a 34 anni sono svincolato, aspetto una proposta interessante. Ho avuto contatti dalla Serie D e dall'estero, ma non erano proposte interessanti. Aspetto almeno gennaio, poi deciderò. Sto bene fisicamente e sono felice della mia carriera. Ho sempre voluto giocare a calcio e ci sono riuscito".
E domani?
"Ho già preso il primo patentino per allenare. È il mio obiettivo quando finirò di giocare. Ma ora voglio essere ancora un calciatore".
Ovviamente 4-3-3 di Zeman. O magari entrerai nel suo staff?
"Sicuramente mi ispiro a lui, non lo nascondo. Ho imparato tantissimo e mi piacerebbe fare un calcio simile al suo. Conosco il suo staff, sono persone eccezionali a cui voglio bene. Non si sa mai, se dovesse servire una mano... io ci sto".