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    Napoli: Kvaratskhelia, De Laurentiis e Conte. Alla fine con la partenza ci guadagnano tutti

    Napoli: Kvaratskhelia, De Laurentiis e Conte. Alla fine con la partenza ci guadagnano tutti

    • Simone Eterno
      Simone Eterno
    E so di non essere l'unico a pensarla così. In questi giorni di clamore e grandi titoli, di proclami e di polemiche, l'affare Kvaratskhelia a parere di chi vi scrive queste righe ha anche un'altra chiave di lettura. "Perché il Napoli dovrebbe vendere uno dei suoi migliori giocatori?" o ancora "Che senso ha privarsi anche di lui dopo essersi già privati di Osimhen se l'ambizione è vincere lo Scudetto?". E così via dicendo. Per carità, domande tutte lecite almeno in apparenza. Domande romantiche, forse, a scrostare un po' via quella patina lasciata dal ricordo e a riportarle nelle realtà dei fatti.

    Sì perché la realtà dei fatti, quella fredda, quella che giustamente può non piacere ai tifosi, dice che da questo potenziale affare ci guadagnano tutti. O almeno lo faranno se le cose andranno secondo le richieste del Napoli.

    In primis c'è il giocatore. Va da se banale persino sottolinearlo, specie in un calcio moderno in cui sono loro e i loro agenti i padroni del rapporto di forza. Un assioma da cui non si scappa. Perché se Kvaratskhelia andrà a Parigi lo farà per un club che gli pagherà uno stipendio assai superiore a quello che incassa ora al Napoli. E lo farà in una città dovrà potrà vivere probabilmente anche più "tranquillo"; una piazza dove avrà meno pressione mediatica, la certezza di giocare sempre e comunque la Champions League, ma sopratutto un bonifico, come detto, a cifre come minimo raddoppiate rispetto a quelle che incassa oggi sotto il Vesuvio (o che andrebbe a incassare anche in caso di effettivo rinnovo con De Laurentiis). Insomma, il georgiano andrebbe a stare meglio se non alto dal punto di vista del conto in banca e della certezza del palcoscenico europeo sempre più prestigioso. E fin qui, direte voi, "è la scoperta dell'acqua calda".

    Ci guadagna il Napoli, nella persona di Aurelio De Laurentiis. Se davvero le cifre saranno confermate intorno agli 80 milioni, la società metterebbe a segno una plusvalenza superiore ai 60. Kvara arrivò infatti dalla Dinamo Batumi per la 'miseria' di 13,30 milioni. Non è 'rocket science', come dicono quegli anglosassoni, che di finanza se ne intendono, capire a questo punto che già intorno ai 70 milioni cash in fondo ADL sarebbe pronto a infiocchettare il suo gioiello e spedirlo sotto la Tour Eiffel. Anche perché così il presidente del Napoli si eviterebbe una bella gatta da pelare, scongiurando quell'Osimhen-bis che tra tira e molla del rinnovo, clausola fissata sopra ai 100 milioni e conseguente 'cetriolone' della fallimentare stagione successiva allo Scudetto, ha trasformato il nigeriano da un'opportunità a una grana. Perché a oggi e col finale last-second della Turchia, questo è effettivamente diventato Osimhen: una grana. Con Kvaratskhelia a Parigi alle cifre del Napoli si eviterebbe tutto ciò. Permettendo alle casse dei partenopei - che un bello stress-test in estete lo hanno avuto eccome - di ritrovare solidità. E al tempo stesso senza perdere una pedina poi così fondamentale.

    Perché il terzo punto è in fondo legato proprio a questo concetto: Conte perderebbe un giocatore così decisivo? La risposta è 'no'. 'No' sotto l'aspetto del puro rendimento. E 'no' sotto l'aspetto della crucialità del giocatore nell'idea di calcio del tecnico.

    Sulla prima i dati non mentono. In tanti infatti quando si parla di Kvaratskhelia sono rimasti fermi ai primi 6 mesi del rendimento sotto Luciano Spalletti. Stagione 2022/23. Il georgiano chiuse il suo primo anno di Serie A con 34 presenze, 12 gol e 13 assist. Numeri eccellenti. In pochi però ricordano che 10 di quei 12 gol e 11 di quei 13 assist furono messi a segno tra il 15 agosto e il 12 febbraio. Sei mesi e 2 giorni. Da lì in poi il rendimento di Kvaratskhelia è andato, sostanzialmente, in calando.

    Nella stagione successiva, la scorsa, il georgiano chiuse infatti nuovamente con 34 presenze, 11 gol e 8 assist. Metà di questo bottino però - 5 gol e 4 assist - furono messi a segno dal 28 febbraio in poi: ossia a buoi ormai scappati e a stagione del Napoli ampiamente compromessa.

    Quest'anno, infine, Kvaratskhelia sta viaggiando più o meno alla stessa media: 17 presenze, 5 gol e 3 assist; il tutto col georgiano però a secco nel tabellino dei marcatori al 29 ottobre 2024 e da quel gol al Milan.

    Non fraintendiamoci, nessuno qui sta cercando di far passare Kvaratskhelia come un 'pippone', tantomeno come un giocatore 'normale'. Quel che riteniamo lecito è però porsi la domanda: questo giocatore, a fronte di questi numeri, è una pedina insostituibile? Un calciatore di cui Conte non può assolutamente fare a meno se l'ambizione è lo Scudetto? Anche in questo caso, la risposta sembra essere negativa. L'arrivo di Neres ha certamente portato concorrenza in quel ruolo; e per quanto il brasiliano abbia inciso forse più a destra - nella posizione di Politano - che a sinistra, una soluzione per far gol là davanti Conte l'ha molto spesso trovata in ogni caso. Inoltre - e non secondario - c'è l'aspetto di funzionalità all'idea del tecnico.

    Mentre lo scintillante Napoli 'Spallettiano' di Kvaratskhelia dava la sensazione di non poterne proprio fare a meno, il solido - ma certamente meno divertente - Napoli 'Contiano' pare in fondo la solita creatura in cui estro e creatività sono comunque subordinati a dedizione e rispetto di un rigido spartito difensivo. Caratteristiche, quest'ultime, non esattamente spiccanti nel pedigree di Kvaratskhelia. Da qui la netta sensazione che, per quanto, di facciata, alla prima difficoltà, Conte rinfaccerebbe certamente un "indebolimento" della rosa, al tempo stesso, sotto-sotto, l'idea di privarsi del georgiano non tolga il sonno all'attuale allenatore del Napoli. Per giunta se parte di quel bottino verrà reinvestito in qualche pedina più di suo gradimento.

    Insomma, di questo scottante affare, di questo bollente dibattito, pare esserci ben poco in realtà con cui scaldarsi. Qui la verità è che ci guadagnerebbero tutti. Giocatore. Presidente. E in fondo persino l'allenatore, privato di una pedina sì forte ma poco funzionale alla sua idea di calcio, di un giocatore in fondo sacrificabile sull'altare di determinati equilibri a Conte assai cari. L'unica vera incognita, casomai, a queste cifre, ce l'avrebbero i parigini; bravi a portarsi in casa senza dubbio un calciatore di grande classe ma che, dopo i primi 6 mesi, in Italia, non ha in realtà mai poi spostato gli equilibri come fatto all'inizio.

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    Io ce lo dico a Parigi farà un sacco di panca perché non è il giorcatore che tutti elogiano

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