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Napoli-Juventus 2-6 del 1974: 'Un inno al calcio e un insulto, vile quanto assurdo, allo sport'
IL NAPOLI PUNTA ALLO SCUDETTO - Reduce dal terzo posto dell'anno precedente, il Napoli del giovane presidente Ferlaino punta dritto allo scudetto. Ferlaino è un giovane ingegnere ed imprenditore edile che dalla seconda metà degli anni'60 è entrato progressivamente nella società Napoli sino a diventarne azionista di maggioranza e presidente. Vinicio crede fermamente nel gioco a zona e a tutto campo, pensando al suo Napoli come una piccola grande Olanda. Il Napoli nella prima parte della stagione incanta per il gioco, ma è frenato da qualche pareggio di troppo. Comunque alla vigilia dello scontro diretto al San Paolo di metà dicembre il Napoli è secondo in classifica a due soli punti dalla Juventus, con la concreta possibilità di agganciare i bianconeri in testa.
LA JUVENTUS DI PAROLA- In casa Juventus Boniperti vuole tornare a vincere lo scudetto e in estate non risparmia i denari. La Juventus acquista per 900 milioni l'ala Damiani e per 800 il giovane libero dell'Atalanta Scirea e affida la panchina al cavallo di ritorno Carlo Parola, quel Carlo Parola che da calciatore si è assicurato il ricordo perenne grazie alla rovesciata diventata l'icona delle figurine Panini. Ispirato anch'egli dalla “rivoluzione olandese”, ma anche dalla velocità di manovra messa in mostra dalla Polonia ai mondiali tedeschi, Parola punta tutto sul gioco sulle fasce e ben presto la sua Juventus, dopo un avvio incerto, prende a macinare punti. Gentile spostato sulla fascia è un'intuizione vincente, ma sarà l'anziano ex fuoriclasse del Napoli Josè Altafini a regalare alla Vecchia Signora lo scudetto: proprio core 'ngrato Altafini, segnando la rete con la quale i bianconeri sconfiggono nello scontro diretto il Napoli, toglierà le residue speranze alla sua ex squadra di vincere lo scudetto.
LA SFIDA DEL SAN PAOLO - La partita spartiacque del campionato è quella che si gioca il 15 dicembre al San Paolo, quando Napoli e Juventus si giocano la testa del torneo. Come detto, la Juventus dopo la sconfitta nella prima giornata inizia a macinare punti e conquista la testa della classifica. Il Napoli perde qualche punto di troppo a causa dei molti pareggi ma è lì a soli due punti dai bianconeri quando la Juventus scende al San Paolo. La partita non è affatto banale, anzi, può stare tra le più importanti e iconiche sfide della storia della serie A. Tanto che alcuni anni fa il giornalista Maurizio Ternavasio le ha dedicato un libro Napoli 2, Juventus 6. Il calcio e l'Italia di ieri e di oggi. 8 reti, un rigore sbagliato, un altro reclamato, una bottiglia lanciata in campo e Agnolin che fischia la fine un minuto prima del 90°: questa partita ha tutto per farsi ricordare per sempre.
“Un inno al calcio e un insulto, vile quanto assurdo, allo sport.”
Così La Gazzetta dello Sport apre i servizi l'indomani il grande match del San Paolo. Il primo tempo dei bianconeri è sontuoso, le azioni da rete si susseguono ininterrotte, nei 14 minuti centrali del tempo gli attaccanti della Juventus riescono ad eludere sistematicamente la trappola del fuorigioco e segnano 3 reti, chiudendo di fatto i giochi. Nella ripresa il Napoli non riesce a ridestarsi, la Juventus segna anche lo 0 a 4 e poi la partita non ha più importanza, se non per le statistiche. Sino all'89° quando dai distinti qualcuno lancia in campo una bottiglia che colpisce il guardalinee. In un primo momento l'obiettivo dei lanci è Furino mentre sta uscendo dal campo dopo la sostituzione, quindi il bersaglio dei teppisti si sposta sul guardalinee, il quale “viene colpito fra il collo e la base della nuca da un bottiglione di vetro”. Agnolin lo fa scambiare di posto con l'altro guardalinee, quindi comanda la ripresa del gioco, ma il lancio di oggetti in campo – bottiglie, agrumi, bastoni – ricomincia, tanto che dopo una manciata di secondi Agnolin fischia tre volte e fugge dal campo assieme ai giocatori. Non è la prima volta che fatti del genere capitano al San Paolo – e anche in altri campi – sin da subito è ben presente nella dirigenza campana il forte rischio di una pesante squalifica, tanto che subito dopo la partita il general manager Janich mette le mani avanti: “Non capisco tutte quelle bottiglie infrante. Dentro lo stadio non si vendono bevande in involucri di vetro. Quindi la gente se le porta da fuori con intenzioni poco pulite. (…) questi incidenti assomigliano troppo ad analoghi episodi di teppismo verificatisi ai danni del Calcio Napoli, da quando abbiamo iniziato la campagna contro i bagarini”.
Alla sera viene deciso che la partita non vale ai fini del concorso Totocalcio: evidentemente Agnolin ha dichiarato ai funzionari del Totocalcio che l'incontro non si è concluso nei 90 minuti regolamentari. Questa è una comunicazione che l'arbitro deve dare a richiesta di un funzionario del Totocalcio in base ad una circolare del 1969. In settimana arriva poi la stangata al Napoli dal Giudice sportivo: il campo del San Paolo viene squalificato per tre giornate, poi ridotte a due.
La Juventus consolida dunque il primato in classifica, ma il Napoli riuscirà a riprendersi e in primavera avrà la possibilità di conquistare lo scudetto ma, come già detto, perderà di nuovo contro la Juventus, questa volta proprio per “colpa” del suo ex Altafini, lanciando così i bianconeri verso il titolo.
(Alessandro Bassi è anche su http://storiedifootballperduto.blogspot.it/)