Napoli, Jorginho: la regia per l’Europa
Un mediano di qualità o un regista atipico: ecco, è forse questa l’etichetta perfetta per descriverlo, “regista atipico”, la stessa che userebbero in molti adesso quando si muove, nel ventre del centrocampo azzurro, coadiuvato da Allan ed Hamsik, protetto da Albiol e Koulibaly, rivolto ai movimenti intelligenti di Higuain, ai tagli di Callejon o agli inserimenti di Insigne. È tutto lì, nella sua storia, nel suo passato, nelle difficoltà con Benitez che però lo hanno ugualmente formato, nella tentazione di andar via per (ri)cominciare a giocare con continuità.
Come si legge sul “Roma”, nella fortuna di ritrovarsi Sarri in panchina, nell’intelligenza di vivere la concorrenza con Valdifiori come un’opportunità e non come un limite, nel carattere di saper conquistare con merito una maglia da titolare e di difenderla, tanto da approdare in Nazionale, anche solo per disputare sette minuti contro la Spagna che però valgono il debutto tanto atteso. Ed ora che tutto appare così magico l’esigenza di non fermarsi è il segreto per riuscire a non smettere di crescere. E di sognare.