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    Napoli, Insigne pensa già al Toronto? A Verona può finire in panchina, ma sogna l'addio con lo scudetto

    Napoli, Insigne pensa già al Toronto? A Verona può finire in panchina, ma sogna l'addio con lo scudetto

    • Giovanni Annunziata
    Quello tra Napoli e Lorenzo Insigne è sempre stato un rapporto complicato. Essere napoletano e giocare in questa squadra non è la cosa più semplice del mondo, i tifosi si aspettano sempre tanto e il massimo può non bastare mai. La gente si immedesima nel giocatore, sente che lui sa cosa provano in ogni singolo momento. È un aspetto che ha sicuramente i suoi vantaggi, perché Insigne spesso ha gettato il cuore oltre l'ostacolo, è riuscito ad arrivare dove forse altrove non sarebbe riuscito. Ma ci sono anche gli aspetti più difficili, a partire dall'attaccamento alla maglia che spesso fa tremare le gambe (come accaduto in Supercoppa contro la Juventus lo scorso anno quando sbagliava il rigore). C'è anche la critica da parte del pubblico che vuole di più e non accetta le prove incolori.

    L'ADDIO - Dal prossimo anno Insigne non vestirà più la maglia azzurra del Napoli. Il suo futuro è in MLS, andrà al Toronto al termine della stagione. Gran parte della tifoseria si è sentita tradita. Diversi i fattori scatenanti: al centro sicuramente l'addio e il dispiacere immenso di averlo perso, ma anche la modalità (aver firmato e brindato durante la settimana di Juventus-Napoli) e per aver trovato l'accordo a stagione in corso e vestendo ancora la maglietta del Napoli. C'è chi ne ha chiesto l'esclusione, è stato fischiato pesantemente all'uscita dal campo contro il Barcellona e contro il Milan. Due prove opache in una stagione non proprio esaltante. Numeri alla mano, infatti, Insigne quest'anno non vive il suo momento migliore. Solo un gol su azione in campionato, quello contro la Lazio in una partita che sembrava potergli dare la scossa per un finale arrembante.

    TESTA GIÀ IN AMERICA? - Così non è stato, una settimana dopo con il Milan è ripiombato nella "depressione in campo". Una prestazione anonima. Qualcuno lo accusa di avere la testa già in America, di non dare tutto in campo con la paura di correre qualche pericolo e magari compromettere il futuro e le cifre faraoniche del club canadese. Forse un po' di distrazione potrebbe esserci, una sorta di blocco sia mentale che fisico, con qualche infortunio e fastidio di troppo che si è palesato nel corso della stagione corrente. Però poi succede che sigla il gol e serve l'assist all'Olimpico e tutti i pensieri esterni si spengono. L'influenza dei tifosi è evidente, Insigne è sempre stato un giocatore emotivo. Probabilmente non è la scelta migliore, visto anche il suo carattere, non sostenerlo per le ultime dieci finali che attendono il Napoli.

    DA VERONA ALLA FINE - A partire dalla prima finale. Quella di domani a Verona. Nonostante il problema accusato nella giornata di ieri, Insigne ci sarà. La sua titolarità non è così scontata rispetto al solito. Complice il periodo un po' così e così, Lozano che scalpita e soprattutto il lavoro personalizzato svolto ieri in via precauzionale. Spalletti ne ha sempre parlato benissimo, dal precampionato fino a qualche giorno fa, esaltandone il valore tecnico e umano. Non smetterà di farlo proprio ora e quando ci sarà la possibilità senza dubbio lo metterà dentro più tempo possibile. Dunque, domani al suo posto domani potrebbe esserci una chance per Lozano. Ma Insigne è a disposizione, pronto per essere lanciato dal 1' o a gara in corso. Pronto per continuare a dare il suo apporto in quella che resta per il Napoli la rincorsa alle milanesi, distanti solo 1 e 3 punti. Magari potrebbe chiudere la sua lunga avventura a Napoli alzando l'attesissimo terzo scudetto. L'addio, in quel caso, sarebbe sicuramente molto meno amaro.

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