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    Napoli, il primo allenatore di Insigne: 'La fine della concorrenza con Mertens non lo aiuta'

    Napoli, il primo allenatore di Insigne: 'La fine della concorrenza con Mertens non lo aiuta'

    • Giovanni Scotto
    Un passo indietro per il Napoli, dopo la bella vittoria di Udine. Un passo indietro per Insigne, protagonista alla Dacia Arena e deludente con la Dinamo Kiev. Una stagione decisamente sotto le attese per il talento partenopeo, lontano dal calciatore ammirato lo scorso anno. Flessione spiegata e analizzata da uno dei suoi mentori, Ernesto Apuzzo, ex allenatore della primavera partenopea lo ha lanciato quando Lorenzo era un ragazzino. Il tecnico napoletano è intervenuto ai microfoni di Calciomercato.com per parlare del suo pupillo, ma anche del momento degli azzurri.
     
    Dopo lo zero a zero con la Dinamo Kiev, Sarri ha confessato che la squadra si è lasciata condizionare negativamente dal pareggio tra Besiktas e Benfica: è stata una dichiarazione infelice?
    “Evidentemente il fattore psicologico ha avuto un suo rilievo, a maggior ragione dopo lo zero a tre del primo tempo che lasciava immaginare un epilogo decisamente diverso. Il Benfica, inoltre, si è divorato anche il quattro a zero, dunque è chiaro che i calciatori del Napoli ne abbiano risentito, magari inconsciamente. Le dichiarazioni di Sarri vanno in una direzione precisa: difendere il gruppo. Forse nelle conferenze del post gara potrebbe essere un po’ più sfrontato, è inutile tornare puntualmente sul fatturato e sul altri discorsi. E’ un tecnico che stimo moltissimo, adoro il suo calcio ma alcuni aspetti vanno migliorati”.

    Segnali di risveglio da Gabbiadini: il ragazzo può dare ancora manforte alla causa azzurra?
    “Sarri non lo vede esterno, non lo vede attaccante centrale, forse non lo vede proprio (ride, ndr). Il calciatore ha grandi mezzi ma gli manca il cosiddetto animus pugnandi. Col Benfica è entrato bene in partita, è riuscito a guadagnarsi anche un calcio di rigore ma non si è preoccupato nemmeno di protestare dopo la mancata assegnazione del penalty. Altri calciatori circondano l’arbitro per molto meno”.

    Insigne fatica a ingranare la marcia giusta: cosa è cambiato nel suo gioco e nel suo atteggiamento rispetto alla passata stagione?
    “Dopo Udine pensavo si fosse ripresa ma con la Dinamo Kiev è stata tutta la squadra a non esprimersi al meglio, forse è stata una delle peggiori partite della gestione Sarri. Lorenzo sta pagando la mancanza di una punta centrale, l’Higuaìn dello scorso anno lo aiutava moltissimo, così come Milik. E il duello con Mertens gli giovava tantissimo, gli trasmetteva quella carica in più che adesso forse gli manca perché il belga è diventato titolare inamovibile, proprio come lui. Anche dal punto di vista fisico non è brillantissimo, evidentemente sta pagando la preparazione svolta con la nazionale prima degli Europei”.

    Insigne leader e bandiera del Napoli: è un’opportunità o è un rischio troppo grande per lui?
    “Serbo il ricordo di un ragazzo taciturno, che pensava solamente a fare i fatti con la primavera del Napoli. Lui è un tipo tosto, non si lascia abbattere facilmente, nel recente passato ha avuto degli screzi col pubblico ma ha sempre risposto sul campo, riguadagnandosi l’affetto della gente. Ha la stoffa per assumersi questa grande responsabilità”.

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