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Napoli, i quattro errori di Sarri
IL MODULO - Arrivato a Napoli si è subito attivato per utilizzare il suo amato 4-3-1-2, modulo artefice dei "successi" ottenuti a Empoli. Una promozione e una salvezza tranquilla, per chi non lo ricordasse. Pur non avendo i calciatori giusti (che nemmeno gli sono stati comprati) Sarri ha insistito col 4-3-1-2 per tutta la preparazione estiva e per le prime partite di campionato. Di fronte poi all'evidenza (e ai risultati negativi) ha dovuto poi cambiare facendolo vaporizzare all'improvviso, affidandosi a un più probabile 4-3-3 che ha portato frutti. Eppure Sarri non lo ha mai più toccato.
INTEGRALISMO TATTICO - Una volta trovato l'equilibrio tattico (da notare che Sarri aveva sempre parlato male del 4-3-3, dicendo addirittura che penalizzava Higuain) l'allenatore non si è più azzardato a toccarlo. Strano per un tecnico che è stato elogiato per una buona duttilità tattica. Se va bene partire sempre con lo stesso schema, almeno in partita ci si aspettava qualche variante, che non si è praticamente mai vista. Accantonato del tutto il tanto amato 4-3-1-2, ma forse senza Higuain si poteva provare un modulo più adatto a Gabbiadini e gli altri esterni azzurri. Manolo, infatti, non è una prima punta. Non si è visto niente di tutto questo.
VALORIZZAZIONE DELLA ROSA - Attenzione: valorizzazione della rosa, non dei titolari. Sarri ha utilizzato sempre lo stesso undici, arrivando al massimo a tre o quattro riserve. Quindi su 25 giocatori ne sono stati utilizzati continuativamente soltanto 13 o 14. Chi ha giocato tanto, anzi sempre, come Hysaj è stato ottimamente valorizzato, ma c'è pure chi è scomparso dai radar: Maggio o Valdifiori ad esempio, o i giovani talenti Chalobah e Grassi. Per non parlare di Strinic, che si è ritagliato spazio a fatica, così come Chiriches ed El Kaddouri. La cristallizzazione tattica forse deriva anche da un uso limitato della rosa a disposizione.
NERVOSISMO E COMUNICAZIONE - Non c'è dubbio che Sarri sia un uomo colto e simpatico. La sua sincerità è genuina, ma spesso l'allenatore azzurro difetta nella comunicazione: parolacce e alcune uscite discutibili spesso fanno storcere il naso. Non il massimo dello stile. Ma soprattutto dispiace vedere il tecnico sempre molto nervoso: oltre le tante espulsioni (grave quella con l'Udinese, quando la squadra era già in difficoltà) il litigio con Mancini è stato poco edificante. Ma soprattutto hanno deluso le incredibili lamentele, praticamente per qualsiasi cosa: dai palloni, agli orari, passando per la luce del sole, le soste e perfino l'erba. Una deriva pericolosa che ha contribuito ad affossare altri allenatori, e che rischia di essere controproducente anche per il bravo Sarri.