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    Napoli, Garcia: 'Ho lasciato il violino in Francia, ora c'è il Var. Osimhen sotto contratto, sul dopo Kim...'

    Napoli, Garcia: 'Ho lasciato il violino in Francia, ora c'è il Var. Osimhen sotto contratto, sul dopo Kim...'

    • Giovanni Annunziata
    È la serata del primo evento per il Napoli a Dimaro, è la serata in cui due calciatori e Rudi Garcia incontrano i tifosi e rispondono alle loro domande. Ecco le parole di neotecnico azzurro:

    LE AMBIZIONI - "Ambizioni? Quando fai un gioco lo fai per perdere o per vincere? Per vincere ovviamente. E anche noi".

    PRIME EMOZIONI - "Quando sono arrivato in città, anche se i giocatori erano in vacanza a metà giugno, ho visto Napoli tutta azzurra. Non parlo solo di mare e cielo, ma delle bandiere e striscioni del terzo scudetto. Mi è piaciuto molto. Conoscevo la passione dei tifosi, ma qui sembra quasi una religione e mi piace tanto".

    RASPADORI - "Quando si cucina un piatto non si mette un solo ingrediente, Raspadori è uno degli ingredienti, mette una cosa in più per fare gol".

    IL GIOCO DEL NAPOLI - "Io sono una persona che ama la logica e penso che se una squadra gioca bene e lo fa spessissimo ha più chances di vincere. Quindi l'obiettivo sarà giocare bene per vincere le partite".

    DOPO KIM - "Abbiamo come difensori centrali Juan Jesus, Rrahmani e Ostigard, tre ottimi giocatori. Questi li abbiamo in casa e non si muovono. Se poi troveremo un quarto che numericamente avrà le qualità di giocare titolare va bene, ma io dormo lo stesso tranquillo perché ne ho già tre". 



    OSIMHEN - "Osimhen è sotto contratto. Arriverà domani con tutti gli altri. Lo ripeto: quando ho incontrato il presidente ci siamo trovati sulla stessa linea perché il presidente è ambizioso e non vuole fermarsi a quanto fatto lo scorso anno. Ha ragione e avremo una squadra di qualità".

    PRIMA IMPRESSIONE - "Dieci anni fa quando arrivai in Italia mi dissi che mi sarebbe piaciuto girare tutta l'Italia. Complicato quando sei un allenatore. Non avevo visto Napoli ma la Costiera e Pompei. Non conoscevo la città e devo dire che è unica. Ho tanto da scoprire, sono appena arrivato. Avrò tutto il tempo di visitare tante cose e a me piace visitare musei, la storicità della città. Forse con i baffi e la parrucca, ma ci sarò".

    DOPO NDOMBELE - "Devo allenare tutto il gruppo per conoscerli meglio però a centrocampo c'è tanta qualità. Ndombele l'ho conosciuto a Lione da avversario. Ora devo sostituirlo. Chi gioca a Napoli deve saper giocare a pallone ma a me piacerebbe un giocatore con fisicità per aiutare Anguissa in questo ambito".

    LA DECISIONE DI FARE L'ALLENATORE - "Ho deciso di fare l'allenatore molto presto. Ho provato a convincermi che non facesse per me questo mestiere perché mio padre faceva il calciatore e poi l'allenatore, non con i professionisti. Lavorava tutto il giorno e poi allenava una squadra di Serie C. Poi il weekend partiva il giorno prima della partita e tornava di notte. L'ho visto poco e quindi pensavo fosse un mestiere molto ingrato, anche perché quando vinci sono i giocatori che vincono e quando perdi è l'allenatore. Però sapevo di volerlo fare e appena ho smesso di giocare a calcio ho fatto l'allenatore e sono contento di fare il mestiere più bello al mondo".

    IL LAVORO DOPO SPALLETTI - "Devo lavorare sulla testa soprattutto dei giocatori. Io ho fatto la doppietta al Lille vincendo dopo tanti anni, poi sono rimasto e ricordo che i giocatori davano lo stesso e avevano fiducia. Il mio compito sarà spingerli per farli restare allo stesso livello. Devo fare in modo che l'asticella alzata non si abbassi. Li voglio ad un livello eccellente. Il mio lavoro sarà molto mentale". 

    CHAMPIONS O CAMPIONATO? - "Scelgo entrambi".

    TIRI DALLA DISTANZA - "Quando giochi contro squadre schierate in difesa una possibilità per far gol è calciare dalla distanza. Ci lavoreremo su questa cosa".

    I RIGORI - "Tecnicamente si può lavorare sui rigori. Poi ci sono giocatori che hanno più qualità per far gol o che sono più freddi. In allenamento non c'è la pressione del momento ma ci lavoreremo. È una cosa che si può migliorare e l'ho già fatto in passato. Oggi i portieri hanno qualità, sono alti, forti, studiano e non è solo per colpa del Napoli che non sono stati segnati diversi rigori".

    IL NUOVO NAPOLI - "Come giocherà il Napoli l'anno prossimo? In undici (ride, ndr). Faremo in modo di fare un bel gioco, efficace. Conta vincere le partite. Il grande acquisto fatto è Gollini perché l'allenatore con due portieri fortissimi è come se avesse un'assicurazione. Inizieremo con il 4-3-3 già in amichevole. Devo vedere i giovani della Primavera per capire se qualcuno può restare per avere futuro con noi. Spero di trovarne uno. Se ci sarà da cambiare il modulo, ad inizio partita o a gara in corso, non sarà un problema. Loro sono preparati, starà a me vedere se avranno tutte le armi per capire se cambiare in corsa o iniziare differentemente. L'unico obiettivo è vincere e a volte con il 4-3-3 puoi non vincere. I giocatori dovranno essere intelligenti tatticamente".

    I GIOVANI - "Da quando abbiamo iniziato a fare un po' di partitelle ho visto qualcuno. Ci sarà un'amichevole in cui giocheranno, poi vedremo anche in funzione degli undici che torneranno. Vuol dire che se abbiamo troppi attaccanti sarà difficile per un giovane attaccante restare con noi questa stagione e forse andrà in prestito di nuovo. C'è da riflettere ma anche da tenere gli occhi aperti".

    ARBITRI E VIOLINO - "Adesso il calcio non è più lo stesso come 10 anni fa, è tanto migliorato. Per aiutare gli arbitri c'è il VAR ed è molto più giusto, anche se non toglie tutti gli errori. Il violino l'ho lasciato in Francia e spero non serva quest'anno".

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