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Napoli: festa rimandata per colpa di Buffon, ma Ancelotti è da applausi
E allora, non cambia Ancelotti. Non cambia rispetto alla gara dell’andata. Non ne ha motivo e infatti per la prima volta il Napoli mette in campo una formazione già vista e già apprezzata, con Maksimovic a guardia di Neymar, Fabian laterale a destra e davanti, ma non c’era dubbio, i due piccoletti “Ciruzzo” e Lorenzinho. Cambia e come, invece, il Psg. Cambia uomini, ma soprattutto cambia opinione sulla squadra azzurra. Stavolta non ci mette presunzione. Stavolta la teme e la rispetta, segno che la paura di Parigi ha fatto effetto. Torna Buffon, torna Thiago Silva, Draxler prende il posto di Rabiot che ha problemi di rinnovo di contratto e, come s’era capito alla vigilia, non c’è Cavani, cosa che per il Napoli è, sì, una mezza delusione, ma pure un gran piacere.
Una partita che vive subito di giocate eleganti, a tratti entusiasmanti, ma che quasi mai esce dai confini d’una tattica stringente. Ma si capisce, nessuno vuol sbagliare. Nessuno vuole regalare tempo e spazio all’avversario. Più tensione che tiri, insomma. Più attenzione e rispetto delle posizioni che occasioni. Logico, scontato, vista l’importanza della gara, anche alla luce delle mazzate clamorosamente rimediate dal Liverpool sul prato di Belgrado. Certo, quando il pallone arriva tra i piedi di Mbappè e di Neymar i brividi da Fuorigrotta s’allungano sino alla collina di Posillipo, ma pure per i “fratelli” arrivati da Parigi non sono rose e fiori quando il Napoli arriva dalle parti di Buffon.
Ma contro il Psg per il Napoli sembra esserci una sorta di maledizione. La maledizione dell’ultimo minuto. Capitò all’andata col gol del due a due di Di Maria, è capitato anche stavolta appena appena prima del riposo. Quando la difesa si fa incantare dalle magìe di Neymer e Mbappè che confezionano il gol-regalo per Bernat, in verità troppo, troppo, troppo libero di fare i comodi suoi tra sei napoletani a tre metri dalla porta.
Ma non s’avvilisce il Napoli. Anzi, quando torna in campo alza finalmente il ritmo, chiude il Paris, si espone al contropiede, è vero, ma in dieci minuti costringe Buffon a tre o quattro parate strepitose. Tre volte Mertens e una Callejon fanno gridare al gol, ma non succede. Trema, traballa, vacilla il Psg, ma si salva sempre. Quasi sempre. Perché quando Buffon (18’) travolge Callejon e l’arbitro non ha dubbi sul rigore sacrosanto, tocca a Insigne mettere in rete quel pallone che pesa cento chili. Strameritato, il pari. Che però non basta alla squadra di Ancelotti ormai tarantolato, mentre i francesi contano soltanto su quei due fenomeni davanti.
Rispetto al primo tempo è tutt’altra cosa, la partita. Sarà per la voglia di successo degli azzurri, per le ripartenze mai banali del Paris, sarà per la logica stanchezza che a poco a poco prende tanta gente in campo, il risultato resta sempre incerto. Incerto, ma non cambia. Neppure quando Ancelotti s’affida alla freschezza di Zielinski, Hysaj e alla fine pure Ounas, con Tuchel che replica con Kimpembe. Cavani e Choupo-Moting. Niente da fare: il pari non si schioda. Come dire: tutto rinviato alla prossima partita, quando il Napoli se la vedrà con la Stella Rossa e Liverpool sarà sul prato di Parigi. Cert’è, dopo quattro partite chi se l’aspettava una classifica cosi?
IL TABELLINO
Napoli-PSG 1-1 (primo tempo 0-1)
Marcatori: 46' pt Bernat (P)
Assist: 46' pt Mbappé, 17' st Insigne rig.,
Napoli (4-4-2): Ospina, Maksimovic (31' st Hysaj), Albiol, Koulibaly, Mario Rui, Callejon, Allan, Hamsik, Fabiàn (25' st Zielinski), Insigne, Mertens (38' st Ounas). A disposizione: Karnezis, Hysaj, Malcuit, Diawara, Ounas, Milik. All. Ancelotti
PSG (3-4-2-1): Buffon, Kehrer (47' st Choupo-Moting), Thiago Silva, Marquinhos, Bernat, Draxler, Verratti, Meunier (28' st Kimpembe), Neyamar, Di Maria (31' st Cavani), Mbappè. A disposizione: Areola, Rabiot, Diaby, Nsoki. All. Tuchel
Arbitro: Kuipers (OLA)
Ammoniti: 27' pt Mbappé (P), 32' pt Kehrer (P), 46' pt Fabian (N), 44' st Verratti, 46' st Neymar (P)