Napoli, Fernandez a 360°: 'In estate sarei potuto partire...'
Il difensore Federico Fernandez ieri ha partecipato alla trasmissione 'In casa Napoli' sull'emittente locale Piuenne. 'Sono arrivato qui molto giovane, avevo tanto da imparare e dovevo ambientarmi in una squadra già collaudata: il primo è stato un anno un po' così, nel secondo ho giocato poco e a gennaio ho fatto bene ad andare al Getafe, perché lì ho trovato tanto spazio - ha ricordato l'argentino, sbarcato in Italia nel 2011 -. Prima di venire a Napoli conoscevo la storia di Maradona, poi ho parlato con Roberto Sosa, che mi ha presentato la società e mi ha consigliato di accettare il trasferimento. Tra l'altro io ho origini campane: mio nonno è di Lacedonia, in provincia di Avellino. Ricordo ancora la mia prima partita in Champions nel primo anno al Napoli, contro il Bayern Monaco: perdemmo 3-2 ma realizzai una doppietta indimenticabile, peccato solo non essere riusciti a pareggiare quella gara. Quest'anno ho avuto la fortuna di lavorare con gente come Albiol e Reina, che mi aiutano tanto: è importante sentire la fiducia di tutta la squadra. Con Benitez stiamo giocando diversamente rispetto a quando c'era Mazzarri. Modulo a parte, il mister vuole che noi difensori usciamo palla al piede, che la giriamo veloce per ispirare il centrocampista o l'attaccante con un suggerimento filtrante. Con Benitez mi sono trovato molto bene, e spero di migliorare e imparare ancora tanto da lui. I troppi gol subiti? Credo che il problema non sia di uomini ma di fase difensiva. Il Napoli difende in undici e attacca tanto; a differenza nostra ci sono tante squadre italiane che si chiudono con una doppia linea e poi sono brave a ripartire. In estate sarei potuto partire, il mio desiderio era quello di giocare, ma ora sono felice di esser rimasto. La mia volontà è sempre stata quella di dimostrare il mio valore qui a Napoli. La finale di Coppa Italia? Giocarla sarà un privilegio, speriamo di vincerla: è rimasto l'obiettivo principale. Bisognerà restare concentrati, contro la Fiorentina sarà una partita aperta. I tifosi? Anche in Argentina la gente è calorosa, ma Napoli è speciale, perché in città c'è un'unica squadra. Tutta la città gira intorno al calcio, ad un compleanno incontrammo un prete che ci disse: se voi vincete, la gente è felice'.