Napoli, ecco perché De Laurentiis tappa la bocca a Benitez
Sin dai primi anni dell’era De Laurentiis, nel club azzurro c’è sempre stata una forte predisposizione al silenzio stampa. Bocche cucite con i giornalisti, spesso senza neanche troppi complimenti. Ai tempi della Serie C e della B si dava la colpa a Pierpaolo Marino. Veniva indicato lui come il “colpevole” della fastidiosa (per i giornalisti) usanza che spesso viene apprezzata dal pubblico, che di certo non dorme la notte se non sente parlare allenatore e giocatori. Ma, anche dopo l'addio di Marino, il Napoli ha continuato a fare spesso e volentieri silenzio stampa.
ANTICO VIZIO - Anche con Walter Mazzarri l’usanza era spesso dietro l’angolo. A volte era l’allenatore toscano a non avere voglia di parlare, ma quasi sempre l’ordine arrivava dal club. Qualche volta è capitato anche di dover assistere a qualche motivazione “curiosa”, come charter da prendere e altre situazioni simili. Ma la realtà è che l’ordine di chiudere la bocca coi giornalisti arriva dal presidente De Laurentiis. Un modo per trovare la concentrazione, o anche una decisione polemica contro qualche emittente o giornale. In un modo o nell’altro ci risiamo anche adesso. Silenzio stampa totale e a tempo indeterminato: “Non dipende dai risultati”, ha fatto sapere la società. Nel senso che se pure si vince non è detto che i tesserati del Napoli torneranno a parlare. Il silenzio stampa è partito sabato, quando Rafa Benitez non ha tenuto la conferenza stampa di presentazione di Napoli-Fiorentina e non ha fatto neanche il consueto passaggio alla radio ufficiale che spesso ne è stato surrogato. Tutti muti, anche dopo la partita. Giocatori e dirigenti compresi. Nessuno ha parlato neanche a Sky e Mediaset Premium, nonostante risulti che ci siano degli accordi precisi affinché non manchi mai la voce dei protagonisti. E pensare che con l’arrivo del gran comunicatore Benitez questi silenzi stampa potessero diventare soltanto un ricordo.
RAFA MUTO - Anche l’allenatore spagnolo, invece, è finito in questo vortice. E chissà se a lui fa piacere evitare di parlare oppure preferirebbe intervenire. Va detto che quando Benitez non vuole, pur parlando è come se non parlasse. I tifosi ricordano le sue risposte a monosillabi dopo la partita col Torino dove fece un vero e proprio show fatto di risposte strane. E anche alle domande “scomode” Benitez è solito rispondere in modo fuorviante e/o sintetico. Anche quando parla il tecnico spagnolo non sempre soddisfa i giornalisti, girando abilmente attorno agli argomenti. Però già mercoledì questo nuovo silenzio stampa potrebbe finire. Anzi, dovrebbe finire. La Uefa non accetta silenzi stampa e impone di fare la conferenza stampa di vigilia delle partite con l’allenatore e un giocatore. Prima del Wolfsburg non possono esserci eccezioni, anche se il Napoli ha fatto capire che proverà a vedere se ci sono margini con la Uefa per rispettare il silenzio stampa pur “obbedendo” ai regolamenti. Improbabile, ma per ora il silenzio tiene. E fin quando si vince, ben venga. Sopravviveremo anche senza le massime di Benitez.