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    Spalletti, che spettacolo: come ha cambiato la 'macchina' Napoli

    Spalletti, che spettacolo: come ha cambiato la 'macchina' Napoli

    • Giovanni Annunziata
    L'avvio di stagione del Napoli è stato a dir poco entusiasmante. Gli azzurri hanno conquistato quattro vittorie su quattro piazzandosi per una notte al primo posto in classifica con dodici punti. Dopo la vittoria di ieri dell'Inter a Firenze c'è bisogno di trovare il contro sorpasso con il quinto successo di fila a Genova contro la Samp. Prestazioni vincenti e convincenti, anche in Europa League si può parlare di un bel Napoli che ha pareggiato in casa del Leicester ma meritando chiaramente una vittoria in Inghilterra. Questo buon inizio ha chiaramente un nome e cognome, Luciano Spalletti, protagonista indiscusso.

    VALORIZZAZIONE DELLA ROSA - Il tecnico di Certaldo lavora da poco con questa squadra e sembra già conoscerne tutti i segreti, pregi e difetti. Durante il ritiro di Dimaro è stato fatto solo un piccolo lavoro, viste le tante assenze per i giocatori impegnati con le Nazionali. Da inizio agosto, a Castel di Sangro, è partito il vero percorso di Spalletti da allenatore azzurro. In un solo mese, dunque, ha cambiato totalmente volto alla squadra. A partire dalla valorizzazione dei giocatori, con Lobotka ritrovato, Ounas trattenuto a tutti i costi, Elmas incisivo tra le linee e Petagna decisivo (ha portato due punti in più al Napoli). L'evoluzione non è solo negli uomini, ma anche nella mentalità trasmessa dall'allenatore e dai dettami tattici. Questa squadra oggi è sempre più imprevedibile, alterna fraseggio e profondità con una facilità impressionante, dando degli strappi alla gara capaci di mettere l'avversario sempre in grossa difficoltà. C'è un altro valore aggiunto, i calci piazzati. Non si vedevano schemi di livello su palla inattiva da tanto tempo. Contro l'Udinese è stato messo in campo tutto il frutto del lavoro: due schemi molto interessanti che hanno generato i gol di Koulibaly e Rrahmani.

    LA DIFESA C'È - I difensori, così, si trasformano anche in goleador. Prima di tutto però c'è un atteggiamento lì dietro di spessore: sono solo due i gol subiti fin qui e c'è Koulibaly che dà copertura e sicurezza a tutto il reparto con interventi sontuosi e atteggiamenti da vero leader. Anche se si tratta di poche partite sta mostrando i suoi altissimi livelli di qualche anno fa. In coppia con lui, Rrahmani non ha minimamente fatto rimpiangere il miglior Manolas (non quello che ha affrontato la Juve). Tutt'altro, l'ex Verona ha anche messo a segno il gol dello 0-2, mentre Koulibaly quello dello 0-3. Una partita con entrambi i difensori in gol, al Napoli non accadeva dal 18 aprile 2018, sempre contro l'Udinese, quando al San Paolo segnarono Tonelli e Albiol nel 4-2 finale e sulla panchina azzurra c'era Maurizio Sarri.

    GLI INNESTILunedì Spalletti ha vinto 0-4 permettendosi il lusso di lasciare in panchina dal primo minuto giocatori come Manolas, Zielinski e Lozano, segnale che ci sono dei cambi all'altezza. In più sono vicini al rientro giocatori importanti come Demme e Lobotka, che andranno ad arricchire un centrocampo che si sta comportando alla grande. Meret, già tra i convocati e presto potrà dare una grossa mano anche in campo. Un altro innesto non da poco, è Dries Mertens, che rappresenta una riserva di extra lusso. A gennaio servirà tutta la sua qualità, dato che Osimhen partirà (come Koulibaly e Anguissa) per giocare la Coppa d'Africa. C'è un altro giocatore che però rappresenta ancora un grosso rebus, Faouzi Ghoulam. Dopo l'infortunio del 2017 non è mai tornato su quei livelli incredibili, ma già riaverlo al 50% sarebbe fondamentale per dare un'alternativa sull'out mancino a Mario Rui. Parlando di innesti viene spontaneo pensare anche a due risorse in più di spessore, ovvero Ounas e Anguissa, già protagonisti in queste prime gare. La cura Spalletti ha già dato i suoi effetti, frutto della fame accumulata da parte dell'ex Inter e Roma (tra le tante) in questi due anni di stop. Il Napoli si gode il momento e proverà a farlo durare fino alla fine per riportare una gioia storica alla città, alla sua gente.

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