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Napoli e Inter su Chiesa, che ammette: 'Io a vita alla Fiorentina? Non lo so'
FIGLIO D'ARTE - A casa mia si respirava calcio, a cinque anni ero già iscritto alla Settignanese e da lì è iniziata la mia cavalcata, fino ad arrivare in Serie A. Ma, devo essere sincero, il fatto di essere figlio d'arte non mi ha mai veramente interessato. L'ho sempre vissuto bene, non l'ho sentito né come un privilegio particolare né come un peso. A calcio non ti fanno giocare perché sei figlio d'arte, ti fanno giocare se sei forte. È uno dei luoghi della vita in cui non ci sono, non ci possono essere, raccomandazioni o titoli ereditari. Conta il merito, solo il merito. I giovani in Italia? Nell'Under 21 ho visto giocatori già pronti per ritagliarsi uno spazio importante nel futuro come Barella, Locatelli, Cutrone, lo stesso Romagna del Cagliari, sono giocatori pronti sia tecnicamente che fisicamente. Avranno un futuro veramente importante perché hanno tutte le potenzialità per diventare grandi campioni".
LOTTA SCUDETTO - "Chi vince lo scudetto tra Napoli e Juve? Faccio fatica a dirglielo perché quest'anno è veramente una battaglia. Sono due contendenti molto forti: il Napoli gioca un bel calcio, la Juve è già sei anni che vince. Si vedrà solo nelle ultime partite chi potrà vincere. Oggi sembra uno scontro alla pari, in cui dunque conteranno tanti elementi: episodi, forma fisica, infortuni".
DA KAKÀ A SANÉ - "La mia squadra del cuore? Non ho mai tifato per una squadra, però ero molto appassionato del Milan dei campioni, quello con Kakà, che è sempre stato il mio idolo. Quindi Kakà, Shevchenko e gli altri, mi piaceva guardare il Milan dei campioni. L'allenatore più importante? Per me sarà sempre mister Paulo Sousa perché è quello che mi ha dato fiducia e mi ha fornito l'opportunità di esordire in Serie A e di formarmi come calciatore. Un modello? Sané mi piace molto. Gioca nel Manchester City insieme ad altri grandi campioni del calibro di de Bruyne, fanno un calcio molto bello e mi piace come lui interpreta il ruolo. Sané ma anche Robben, Ribery, esterni che con il lavoro sono arrivati a raggiungere obiettivi veramente alti. Però dico Sané, perché ha solo un anno in più di me e vedere un giocatore che a questa età gioca così bene in una squadra che punta a vincere la Champions e il campionato è molto bello".
ECCO I GIOVANI - "La stagione viola? Abbiamo iniziato un nuovo ciclo, ci sono tanti ragazzi stranieri che hanno bisogno di tempo per abituarsi al calcio italiano, ma il nostro percorso di crescita ci porterà a raggiungere gli obiettivi che vogliamo. Pochi italiani? Rispetto allo scorso anno noi abbiamo quattro italiani in più, la Fiorentina cerca di far crescere i suoi talenti nel settore giovanile, in Primavera ci sono molti giocatori che con intelligenza e duro lavoro potranno sfondare".