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    De Laurentiis: 'Tutti mi insultavano per Sarri. Il San Paolo? E' un cesso, ci dia una mano Salvini'

    De Laurentiis: 'Tutti mi insultavano per Sarri. Il San Paolo? E' un cesso, ci dia una mano Salvini'

    Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, parla di Maurizio Sarri, dopo la vittoria del tecnico italiano in Europa League con il suo Chelsea. Queste le sue parole riportate da Ansa: "Certo che tifavo per il Chelsea ieri, tifavo per un italiano prima di tutto, anzi due visto che oltre a Sarri c'era anche Jorginho. Ho fatto subito i complimenti a Sarri". 

    'MIA SCELTA' - Prosegue il numero 1 dei partenopei: "Portarlo sulla panchina del Napoli era stata una mia scelta, che all'epoca venne osteggiata da tutti. I signori della curva mi scrissero su tutti i muri della città che avevo sbagliato. Ma sono abituato, Ricordo che quando diedi Quagliarella alla Juve sostituendolo con Cavani venni criticato e oggi tutti vorrebbero che Cavani tornasse".

    SULLO STADIO - A margine di un evento tenutosi al Circolo Canottieri Napoli, De Laurentiis parla anche del San Paolo. Questo quanto raccolto da Il Mattino: "​Quando dico che il San Paolo è un cesso non voglio offendere la città, ma dire che questa ha subito il peggioramento dello stadio per colpa di qualcuno che negli anni '90 si è forse pure messo in tasca soldi. Ma purtroppo a Napoli si vive alla giornata, è una realtà che conosco bene perché vengo da una famiglia napoletana che fortunatamente si è affrancata andando via dall'Italia. Sto studiando con il capo di gabinetto del Comune Auricchio, che è una valida persona dell'amministrazione, per firmare la nuova convenzione e poi vedere come migliorarlo ulteriormente. Penso ad esempio che andrebbe smontata la copertura, magari con l'aiuto dei cinesi e crearne una nuova. In generale lo stadio va vivisezionato, va studiato come portarci le persone perbene, le famiglie, i bambini. Ma è un problema di tutta Italia per questo Salvini, che ha preso una percentuale cospicua di voti, dovrebbe rimettere mano alla legge sugli stadi, sburocratizzandola".

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