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    Napoli da Scudetto con il miglior mercato d'Italia: nessuno crede alle favole di Conte

    Napoli da Scudetto con il miglior mercato d'Italia: nessuno crede alle favole di Conte

    • Simone Eterno
      Simone Eterno
    Ma esattamente Antonio Conte da cosa si nasconde? È quello che ci stiamo chiedendo in questo fine settembre. Il Napoli passerà una settimana in vetta alla classifica di Serie A, sorridendo perché quella brutta uscita di Verona, alla prima giornata, pare già essere lontana un'era geologica. I partenopei sono appena usciti comodi vincitori dalla sfida al Maradona col Monza e per il tecnico, in fondo, ci sono solo belle notizie. I nuovi si stanno integrando alla grande - su tutti Scott McTominay - e i vecchi sono rivitalizzati. Da un Di Lorenzo ritrovato a un Anguissa super energico, da un Politano rilanciato a un Lobotka professore lì in mezzo al campo. E poi Romelu Lukaku, in crescita sì ma ancora lontano dal suo smalto migliore. Potrà magari farlo questa settimana il belga, quando il Napoli - a differenza di tutte le altre - non sarà chiamato a prendere un volo per qualche città d'Europa ma potrà continuare a lavorare, bello sereno e concentrato, a Castel Volturno. 

    Eppure, nel dopo partita, Antonio Conte fa il pompiere. In primis proprio sulla questione del giocare una volta a settimana; dove il tecnico ammette sì il vantaggio di poter lavorare bene col gruppo, ma parla poi di uno svantaggio - permetteteci di opinare e definirlo un 'presunto svantaggio' - del "non hai la squadra competitiva come le altre che giocano in Europa". 

    Per chi deve ricostruire e sa farlo bene come Antonio Conte, aver tutta la settimana a disposizione fa tutta la differenza del mondo. Lo si è già visto sul campo e lo sa anche lui. Anche perché ci sono già esempi pratici come l'Atalanta di Gasperini, in evidente difficoltà nel dover ricreare l'amalgama con un gruppo stravolto ma al tempo stesso impegnato ogni 3-4 giorni. Non a caso nel weekend, da Bologna, Gasp affermava "dovremo abituarci a una prima parte di stagione del genere". 

    Poi c'è la questione 'Scudetto'. E qui Conte, più che 'ci è', 'ci fa'. Gioca. Scarica la pressione sugli altri. Si nasconde. Ma non si capisce, appunto, esattamente da cosa. Questo Napoli è una squadra super competitiva e ripetere a menadito il ritornello del "l'anno scorso abbiamo finito a 40 punti dall'Inter" vale solo per chi quest'estate si è distratto, per chi non ha voglia di grattare la superficie e andare a vedere che c'è sotto. Perché se è vero che i punti dall'Inter effettivamente furono quelli, vere solo almeno altre 3 cose che Conte si dimentica di dirci. 

    1. Il valore del Napoli dello scorso anno non è certo quello di una squadra da decimo posto. Casomai, la passata stagione, è figlia di scelte scellerate. In primis quella di pensare che Rudi Garcia potesse essere un buon nome per sostituire Luciano Spalletti. Da lì in poi si è fatto il disastro, e la squadra è andata allo sbando. 

    2. Che il valore della rosa sia competitivo lo si vede dalle scelte di base di una squadra a oggi prima in classifica con quasi tutti gli uomini dello Scudetto. Titolari col Monza, ad esempio, sono partiti 7/11 della squadra Campione d'Italia con Spalletti: Di Lorenzo, Rrahmani, Olivera, Anguissa, Lobotka, Politano e Kvaratskhelia. Insomma, buona parte di questa squadra non solo in alto c’è già stata, ma ha anche vinto. 

    3. Un mercato semi-faraonico. Il Napoli ha sborsato 150 milioni di euro a fronte di soli 11,5 milioni di incassi. Sono cifre importanti per una piazza come Napoli e un club fuori dalle coppe europee. Denari investiti per giunta per profili internazionali del calibro di McTominay, Neres e Lukaku. Profili a cui ci sono da aggiungere due specifiche richieste di valore da parte dell'allenatore: un centrocampista da un campionato iper competitivo e iper fisico come Billy Gilmour; e uno dei migliori centrali italiani, Alessandro Buongiorno. Insieme alla Juventus, il Napoli ha fatto il miglior mercato d'Italia. Ed è un dato di fatto. 

    Tutto questo lungo preambolo per dire cosa? Beh, per dire che il nascondino di Conte fa abbastanza sorridere. Nessuno sostiene che il Napoli sia la favorita - quella resta l'Inter. Ma affermare che questa squadra, anche per l'esperienza del tecnico e le sue capacità storiche, sia una di quelle che possono ambire allo Scudetto, beh pare piuttosto evidente. Il trincerarsi dietro ad affermazioni del tipo "io guardo la realtà che dice che siamo lontani da fare voli pindarici" oppure "tante squadre sono davanti a noi per tante situazioni" o ancora "partiamo da 40 punti di distacco dall'Inter", è qualcosa a metà tra una presa in giro a chi ascolta e un nascondino facile da stanare. 

    Il Napoli è da Scudetto per valori della rosa, per valore di chi sta seduto in panchina e a fronte anche delle difficoltà che stanno avendo tutte le altre. Dalla ricostruzione della Juventus alla fragilità del Milan fino a un'Inter, fin qui, apparsa meno solida, cattiva e affamata di quella vista lo scorso anno. Insomma, non ve lo dice Conte ma lo ribadiamo noi: altro che "voli pindarici", il Napoli potrà giocarsi lo Scudetto, ha tutte le carte in regola per farlo. Se si arrenderà all'Inter o a qualcun'altra, poi, non sarà uno scandalo. Ma alla favola dei '40 punti', non crede nessuno. 

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