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Napoli cornuto e mazziato, Roma fortunata contro una Lazio molto più forte
Napoli deus non vult: riguardate e riguardare e riguardate la sequenza, l'impatto, la traiettoria della palla da Pianjc fino alla gamba di Koulibaly che non è più carne e muscoli ma legno, in legno trasformata dalla divinità avversa. E poi quell'arco lento e come guidato, quell'andare della palla in rete al minuto 92 o forse già 93: evidente anche se invisibile la mano del dio che non vuole.
Napoli deus non vult, chiaro il messaggio, il segno. La Juventus è in questa serata solo lo strumento del non volere del dio del calcio. E cosa è che deus non vult riguardo al Napoli? Qui non lo diremo, non ci faremo aruspici già alla seconda giornata di campionato. E neanche ci va neanche un po' suscitare o legittimare, chiamare scongiuri da parte napoletana anti iettatura. Però quel che si è visto è il dispiegarsi di una regia che noi umani da soli...
Napoli cornuto e mazziato, tradito dalla sua meravigliosamente inutile grande rimonta, bastonato nel modo che tramortisce di più. Napoli deus non vult... Come si ebbe a dire da quelle parti: non è vero, ma dopo l'altra sera c'è da crederci.
Roma invece protetta da San Palo. San Palo, non San Paolo che nulla c'entra. San Palo che evita i gol della Lazio, una, due, tre, quattro volte. Dice: ma i due pali della Roma? Certo. Ma la Lazio del derby è stata più forte, decisamente più forte. San Palo ha dato alla Lazio una serata amarognola e invece ha dato alla Roma tempo e respiro.
A margine della partita che la Lazio meritava di vincere e che la Roma è riuscita a non perdere (vale quindi di più il punto romanista) lo spettacolo marginale ma autentico e genuino degli ultrà. Hanno tributato omaggio e salutato come un eroe e maestro di vita uno dalla mala vita e morto di malavita.