Napoli, chiodo fisso: Sarri 'ossessionato'
Il pomeriggio di Dimaro, nel quarto giorno di ritiro, trascorre veloce sviluppandosi su questa idea tattica: la mezzala recupera palla, il regista verticalizza per l’attaccante, intanto l’esterno è già sul fondo e l’altra mezzala è in area avversaria, pronta a raccogliere il cross. Elementare. Detta così, sembra una filastrocca da imparare a memoria. Non sembra, è. Guai a sbagliare anche un solo movimento. Son consentiti errori tecnici, non di concetto. Mai più di un tocco, mai tergiversare col pallone tra i piedi.
Come si legge sul “Roma”, verticalizzazione non è (solo) una lunga parola composta da diciassette lettere ma un’idea concreta che si insinua nella testa di Maurizio Sarri. È il suo concetto primitivo, il chiodo fisso che ne rispecchia la concezione che ha del calcio. Del suo calcio. Che si basa su pressing alto, recupero palla immediato e poi – appunto – scarico immediato agli attaccanti. L’obiettivo principale non è l’estetica ma il gol, da perseguire attraverso una fitta rete di passaggi che non raccontano d’una squadra narcisista ma cinica, concreta, efficace. L’obiettivo è giocare a memoria. E farlo, possibilmente, arricchendo la rosa con le pedine giuste per affrontare la prossima stagione.