Napoli, chi si rivede: Sosa, l'ex Principito che nessuno vuole
Controfigura di un talento. Jose Ernesto Sosa si è costruito una carriera dignitosa facendo leva sulla facili promesse provenienti dall’Argentina. Qualche lustro fa veniva presentato come crack dal futuro assicurato, un giovane campioncino in erba destinato ad incantare l’Europa. Magie sul campo con l’Estudiantes, tanto incantevoli ed ipnotizzanti da rubare lo sguardo attento del Bayern Monaco.
CONTROFIGURA - Già perché il “Principito”, prima di finire in Italia, aveva già conosciuto il vecchio continente, entrandoci dalla porta principale ed uscendone dopo qualche stagione anonima, senza lasciare il segno. Troppo giovane per incidere, troppo fragile per ritagliarsi un po’ di spazio tra tanti campioni presenti in Baviera. La seconda opportunità è nata quasi per caso, un’estate, la prima del Mazzarri azzurro, intervenuto al capezzale del Napoli l’anno precedente, per subentrare a Roberto Donadoni. Ideatore dell’operazione Riccardo Bigon, all’epoca direttore sportivo del sodalizio partenopeo: quattro chiacchiere con i tedeschi (ancora proprietari del cartellino) e operazione in porto per una cifra di poco superiore al milione di euro. Un affare a perdere, visto il rendimento del giovane trequartista, mai impiegato per novanta minuti nelle venticinque partite (tra campionato e coppa Italia) giocate con la maglia del Napoli. Una sola soddisfazione, in un Napoli Cesena del febbraio 2011: assist di Mascara e tap in di Sosa per il gol del definitivo due a zero.
(AFFETTUOSE) PRESE IN GIRO - Nel mezzo tanti scampoli di gara (quasi sempre anonimi) qualche assist, tante panchine e un po’ di problemi al ginocchio. Troppo poco per resistere alle avances del Metalist: due milioni dall’Ucraina e tanti saluti al Principito. I ricordi partenopei non si legano al campo quanto alle imitazioni di un noto comico, Peppe Iodice, autore di una parodia esilarante, dedicata proprio all’argentino, celebre per il suo atteggiamento piuttosto dimesso. L’ultimo Sosa, tornato in Italia tra lo stupore dei più, ha abbandonato le facili promesse della giovinezza, presentandosi nelle nuove vesti di calciatore esperto, forgiato dalle esperienze compiute in Spagna (Atletico Madrid) e Turchia (Besiktas). Il verdetto del terreno di gioco, però, è stato ancora una volta impietoso: esordio al San Paolo proprio contro il Napoli (4-2) ed esordio da titolare nella sconfitta casalinga raccolta a San Siro con l’Udinese (0-1). Da lì in poi un’escalation di esclusioni e di fugaci apparizioni. Il Milan di Montella è rinato mentre Sosa è tornato a recitare da comparsa.