Napoli, Campagnaro:| Dall'inferno al paradiso
Da un letto di un ospedale argentino il 9 giugno, alla corsa sfrenata per un gol alla prima giornata, sabato sera. La parabola di Hugo Campagnaro ha un inizio doloroso ma una fine gloriosa. E come la Fenice che risorge dalle ceneri, così l'argentino rinasce in una notte speciale.
Come chi completa un cammino di sofferenza e di meditazione, e torna più forte. Il 'Toro', come lo chiama Mazzarri, per qualcuno sembrava anche un giocatore finito. Il terribile incidente lo aveva inspiegabilmente trasformato in un mostro. Ci furono tre morti, tra i quali uno dei più cari amici di Hugo (che aveva già perso un altro amico, sempre per incidente d'auto, lo scorso febbraio).
E proprio in Trentino Campagnaro ha vissuto il suo personale percorso di rivalsa, di rinascita e di duro lavoro. Ancora, c'era chi lo vedeva 'poco affidabile', sia per i problemi al bacino, sia per motivi psicologici. La dura esperienza in patria avrebbe provato chiunque, del resto. In Trentino Hugo ha avuto il tempo di pensare, di reagire, anche lavorando da solo, e infine è riuscito a dimenticare e a mettersi alle spalle tre mesi di cattiverie e di sofferenza.
'E' stata un'estate terribile - ha detto Campagnaro - è davvero difficile ripartire dopo un'esperienza simile. Ma ci sono riuscito perché penso ogni giorno a chi non c'è più, e il ricordo e l'affetto dei cari ti dà la forza per andare avanti'. Così Hugo dopo la partita di Cesena, dove ha segnato il suo secondo gol da quando veste la casacca del Napoli, e domani sera si candida a marcare Aguero.
(Il Roma)