Napoli, Callejon: 'All'inizio mi è costato tanto lasciare il Real'
L'attaccante del Napoli José Maria Callejon ha rilasciato una lunga intervista alla rivista spagnola Futbolista. 'Quando si sente parlare del calcio italiano si sentono sempre parole come crisi e abbassamento di livello: bisogna giocarci, invece, per comprendere cos'è davvero - ha dichiarato il giocatore azzurro -. Per me è stata una scelta giustissima. La serie A è molto competitiva, ci sono calciatori di altissimo livello che terranno le loro squadre ai primi posti fino alla fine. Vogliamo restare in questo gruppo di club, ma non sarà semplice. Credo che nella Liga ci sia più pressione per il calciatore e per la squadra, quando giochi nel Barcellona o nel Real Madrid. Lì bisogna tener presente che un pareggio o una sconfitta rappresentano un gran rischio, visto che il tuo rivale vincerà quasi sicuramente. Anche qui vuoi vincere sempre, ma giochi con la competitività di tante squadre che lottano tra loro e con noi ad un livello più equilibrato. Non è assolutamente un campionato a due squadre'.
'Inizialmente mi è costato tanto lasciare il Real Madrid: è la squadra della mia vita, e il mio desiderio era trionfare con loro, ma ho dovuto prendere questa decisione perché volevo giocare di più, essere protagonista - ha spiegato Callejon -. Sapevo che con il Napoli avrei avuto quest'opportunità: avevo l'appoggio di Benitez, che mi ha sempre mostrato il suo interesse, e questo è sempre importante. Ho firmato per gli azzurri con tanta speranza e fiducia. Un paragone tra Mourinho e Benitez? Trasmettono cose diverse alla squadra: il primo, ad esempio, è un grandissimo motivatore, mentre il secondo si concentra di più sulla tattica, settore di cui è esperto. Chi mi ha sorpreso di più del Napoli? Marek Hamsik: lo conoscevo perché gioca da tanto tempo in questa squadra. Mi ha sorpreso il suo saper essere leader, è uno di quei calciatori ambiziosi che trascinano il gruppo. Ha una mentalità competitiva e dà tutto per la squadra, e poi con il pallone è bravissimo ed è un lusso giocare con lui'.
'La mia rete al Bologna? Ogni gol è importante, ma questo lo è stato di più perché è stata anche la prima segnatura del Napoli in questa stagione - ha proseguito lo spagnolo -. Per me è stato vitale: l'ultimo arrivato che segna alla prima giornata... una cosa del genere ti rinforza tantissimo caratterialmente. Il gioco del Napoli? La nostra idea principale è tener palla, ma bisogna sapersi adattare. Essere concreti o meno dipende dalla sorte della partita, della resa in campo quel giorno. Un giorno magari teniamo tanto palla ma non siamo fluidi, la perdiamo e prendiamo uno o due gol che dopo risultano difficili da rimontare. E può anche darsi, invece, che nella gara in cui abbiamo poco possesso con due contropiede ci troviamo sul 2-0. Dipende dalla partita, dallo stato di forma e dal tuo rivale'.
'Qui amano il calcio, per il tifoso è una religione e questo si nota quotidianamente, quando ti incitano per strada e ti chiedono di vincere tutto: è una tifoseria calda, passionale, un calciatore può solo esserne contento - è il pensiero di Callejon -. Noi comunque restiamo con i piedi per terra, nonostante le ottime sensazioni. Abbiamo iniziato benissimo ma bisogna andare passo dopo passo, perché ci sono ancora tante giornate da vivere per poter pensare già da adesso in qualcosa di serio. Il fatto che siano arrivati calciatori che hanno giocato in squadre abituate a vincere è importantissimo. La fame che abbiamo la trasmettiamo ai compagni, che vogliono anche loro raggiungere grandi traguardi. Siamo abituati a portare il peso di essere i favoriti, di dover vincere, e questo è un punto a favore per una squadra che vuole raggiungere dei successi. Qui a Napoli mi sento importante e valorizzato, e questo è ciò che desidera qualsiasi calciatore. La fiducia che senti la trasferisci sul terreno di gioco e il tuo livello migliora, cresci. Era quello che cercavo'.