Biglietti falsi e bagarini:| Napoli, la Procura indaga
Allo stadio senza biglietto. O con il biglietto falso. O, peggio ancora, con un tagliando originale ma intestato a una terza persona. Non bastavano le cronache da un San Paolo colabrodo, preda delle orde di teppisti mascherati da ultrà che riescono a entrare come e quando vogliono in curva A e in molti altri settori dell'impianto di Fuorigrotta. C'è ancora molto altro da raccontare. A cominciare dal grande mercato dei biglietti, un affaire storicamente nelle mani dei bagarini. Un business che fa girare tanti soldi, e che ha indotto la Procura della Repubblica ad avviare un'indagine che si muove lungo molteplici direzioni.
L'inchiesta è quella dei pubblici ministeri del pool 'reati da stadio', creato dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo: una squadra di inquirenti giovani e preparati, il primo esperimento su scala nazionale che garantisce un livello di specializzazione su tutte le situazioni che configurino ipotesi delittuose dentro, ma anche immediatamente fuori lo stadio. Ma veniamo a questa nuova indagine. In Procura sono giunti negli ultimi giorni numerosi fascicoli e almeno due informative molto dettagliate. La prima, della Digos della Questura, che sta seguendo il versante della immissione sul mercato di biglietti falsificati e degli ipotetici legami tra chi gestisce tale attività e gli ambienti del tifo organizzato; la seconda curata invece dalla Guardia di Finanza, e specificamente dai militari del Primo gruppo, che si concentra invece sulle attività di vendita dei biglietti della Società Sportiva Calcio Napoli attraverso i suoi punti vendita ufficiali, dalla Azzurro Service a quelli sparsi in città e in provincia.
(Il Mattino)