Napoli, l'illusionista Benitez spiazza tutti: ecco perché
Chiamatelo illusionista. Senza polemiche, ma Rafa Benitez è un maestro del depistare. Due settimane a parlare della formazione contro la Roma: l’atteso rientro di Gargano, dato più volte per pronto. Ma anche il turn over per i nazionali. Prevedibile per chi ha giocato, ma non per chi è rimasto a Castelvolturno, come Koulibaly. E ancora le parole di elogio per Gabbiadini e Insigne. Il primo ha anche parlato da protagonista in settimana, facendo intendere di essere pronto a giocare dal primo minuto. E invece no: Benitez ancora una volta ha deciso di spiazzare tutti.
DEPISTARE - Nella formazione che ha sfidato la Roma è stato scelto Britos al centro della difesa al posto di Koulibaly. Al suo fianco Albiol che in nazionale c’era andato. E a centrocampo con Inler squalificato, Benitez ha proposto David Lopez con Jorginho al suo fianco. Strano perché si parlava del recupero di Gargano da tempo (“Sta bene”, ha assicurato lo stesso Benitez) e di come l’uruguaiano sarebbe stato utile nella battaglia contro Nainggolan e Pjanic (andato in gol, tra l’altro). Invece è stato scelto il brasiliano, che pur avendo giocato bene nelle altre partite contro la Roma nelle quali è stato impiegato, ha giocato una partita deludente. E altre scelte hanno sorpreso in attacco: non ci si poteva aspettare Insigne titolare nonostante gli elogi della vigilia, ma Gabbiadini sì. Invece hanno giocato Callejon, Mertens e il solito De Guzman. Ancora una volta è stato fatto fuori Hamsik: terza panchina consecutiva. Ormai parlare di turn over per lui è scorretto, perché si tratta di una vera e propria scelta tecnica.
E CON LA LAZIO? E se l’olandese De Guzman non ha fatto male (tanta copertura) ha deluso Callejon nonostante fosse stato lanciato molto bene in un paio di occasioni. E a conferma di ciò, dopo che Benitez ha tolto lo spagnolo per inserire Gabbiadini il Napoli è cambiato. L’ex Sampdoria è stato subito pericoloso. Probabilmente era meglio farlo giocare dall’inizio. E gli altri due cambi di Benitez non hanno inciso: Insigne è stato mandato in campo 147 giorni dopo la rottura del crociato, in un momento difficile nel quale non ha combinato quasi nulla. Non era questa l’occasione più giusta, probabilmente. E anche l’ingresso di Zapata per un deludente Higuain (nonostante un buon primo tempo) è arrivato in modo tardivo. I soliti cambi “predefiniti” di Benitez: sempre agli stessi minuti. E il consueto turn over che ancora una volta lascia delusi. Domani c’è la Coppa Italia contro la Lazio, ma quella con la Roma era una partita di pari importanza. Se non superiore. La Champions, infatti, ormai sembra proprio andata. Almeno per quel che riguarda il campionato.