Getty Images
Napoli, avv. Grassani: 'Inibizione De Laurentiis? Non potrebbe più firmare contratti! Osimhen oggi vale 100 milioni...'
"L’operazione Osimhen è l’unica rispetto alle decine e decine che hanno coinvolto gli altri dieci club. L’operazione Osimhen si sta esaurendo all’interno dell’ordinamento sportivo, mentre tutte le altre nascono all’origine con la Juve che fa da epicentro. La vicenda Osimhen è l’unica che inizia e finisce all’interno dell’ordinamento sportivo. Si parla di ammenda. La quotazione data ad Osimhen era di 72 milioni di euro mentre per la Procura era di 50. Oggi Osimhen vale ampiamente oltre i 100 milioni di euro e non lo dico perché leggo Transfermarkt (scherza, ndr.). È un giocatore che ha giocato meno della metà delle partite che avrebbe potuto giocare e guardate che rendimento ha avuto. Ciò vuol dire che il Napoli ha fatto un ottimo affare, non ha comprato una FIAT 500 e l’ha pagata quanto una Ferrari. Inibizione ad Aurelio De Laurentiis? Non sarebbe priva di effetti, ha una serie di conseguenze. Comporterebbe delle limitazioni, De Laurentiis non potrebbe firmare contratti di prestazione sportiva, non potrebbe scendere negli spogliatoi prima e dopo la partita e non potrebbe rappresentare il club sul calciomercato. Potrebbe partecipare alle riunioni di Lega però. Undici mesi per un presidente di club costituirebbero un fardello non facile da sopportare. Esistono presidenti che hanno coinvolgimenti minori rispetto a De Laurentiis che è attivo 365 giorni l’anno per 24 ore al giorno. Confidiamo nel fatto che, comunque, questa unica operazione non possa essere paragonata alle decine e decine di operazioni che hanno fatto gli altri. Doppia proprietà per De Laurentiis? Il 4 maggio verrà discusso un dibattimento, l’attuale normativa non è definitiva. In base a questa normativa impugnata da Filmauro, anche se fossero padre e figlio a tenere due club le regole di oggi sono così rigide che nemmeno un padre con proprie risorse ed un figlio con proprie risorse non possono avere due club differenti. Entro il 30 giugno del 2024 uno dei due club dovrebbe esser oggetto di dismissione. Prima del cambiamento un proprietario poteva avere due società non nella stessa categoria, oggi non è più possibile. Se il Bari andasse in A l’anno prossimo bisognerà capire quale club cedere".