Una cosa che non capisco è data la penuria di difensori all’altezza il mancato rinnovo da parte del Napoli del contratto di Salvatore Aronica. Se guardate i numeri del suo rendimento napoletano merita rinnovo ed aumento. Sono numeri strabilianti per un difensore arcigno e dai modi maschi come lui. In tre stagioni e pochi mesi soltanto un mese fuori per infortunio e per colpa di una ricaduta. Due turni appena saltati per somma di ammonizioni. Una sola espulsione in campionato in una gara tutto sommato particolarissima come quel Genoa-Napoli gestione Donadoni. Con Tagliavento a falsare l’incontro al termine del primo tempo invertendo il fallo di Sculli su Campagnaro. Aronica espulso soltanto a tre minuti dal termine di una gara nervosa con un Napoli assediato in dieci. E’ un difensore più unico che raro, Salvatore Aronica. Brutale ma costante, fama di killer e fedina penale in realtà da incensurato. Segno di bravura e senso innato del tempo d’intervento, un difensore che è al tempo stesso mancino, corretto e completo. Primo anno al Napoli con Reja che lo vede poco: ventiquattro presenze entrando otto volte dalla panchina, 01 assist per il goal di Vitale nella gara con la Fiorentina. Appena quattro cartellini gialli, nessun rosso. Seconda stagione col mentore Mazzarri e preludio Donadoni: le presenze salgono a ventisei. Salgono anche i cartellini, tredici. Vero. Però è segno di attaccamento alla maglia, espressione del vigore nuovo impresso dal nuovo allenatore Mazzarri a tutto l’ambiente dopo le mollezze sonnacchiose delle precedenti gestioni. E’ segno, quell’Aronica punito, di quanto sia carico d’amore verso i colori e di fiducia del suo padre mister da ripagare. Che poi. Di quei 13 gialli più della metà sono presi a ripresa inoltrata, quando si può picchiare senza inficiare troppo gli equilibri del match. Gli assist dei goal salgono a due, niente male per uno che viene giudicato dalla stampa borghese un paleolitico prodotto del calcio che fu: una volta a Bergamo manda in goal Quagliarella che a sua volta manda sia in porta la rete più bella del campionato e sia a casa Conte, la volta successiva a Livorno fa esibire Maggio nel secondo goal più bello del campionato. Un tiro al volo a incrociare che pure manda a casa Cosmi se non erro. Insomma, quest’Aronica sarà pure una bestia ma dove passa la bestia spuntano quelle cose belle dei capolavori. Stagione 2010-2011, ventisei presenze in campionato, prestazioni sopra la media come a Roma o a Cagliari, stampa in sollucchero finalmente innamoratasi del nostro, i primi riconoscimenti pubblici da quella frangia di tifo che osservando i fallimenti di difensori meglio quotati e reclamizzati di lui comincia con ostinazione, coraggio e anticonformismo a declamare forte il suo nome e le sue virtù senza paura di apparire incompetenti o, peggio, demodé. I gialli in Serie A sono appena 8 e quasi tutti nei dieci minuti finali quando bisogna tirare la carretta al sicuro nel porto. Gli capita un infortunio. L’autorete fortuita sullo slancio per troppa generosità con la Lazio. Nessuno gliene fa una colpa, Salvatore disputa tutta l’Europa League perdendo solo la gara di ritorno in Spagna col Villareal per una espulsione rimediata al novantesimo dell’andata al San Paolo. Che dico novantesimo. Un rosso per un secondo giallo rimediato al novantacinquesimo, indomito incosciente guerriero. La storia, la mini storia di quest’anno parla chiaro. Continua a raccontare un Aronica onnipresente e decisivo per le sorti della difesa a tre del Napoli, una delle migliori e addirittura copiata da che era segno di passatismo spinto e molesto. Undici presenze in campionato, un solo giallo (col Milan in casa), tutta la Cl con la sola eccezione della gara in Germania col Bayern dove esce praticamente in concomitanza con la fine del primo tempo. Lui si fa male e nello stesso minuto Gomez segna il terzo goal bavarese. Coincidenze ? Un caso. Si, è il caso Aronica.
Salvatore Aronica professione difensore gentiluomo, amato dai cinici e disprezzato da esteti, esterofili e benaltristi. In tutti questi anni non ha mai segnato un goal. Tocca al Napoli fargliene uno, quello del rinnovo. Beninteso. Tocca al Napoli fargli questo goal se ci riesce.