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    Napoli, ancora Benitez: 'Il nostro leader? Quello coi guantoni'

    Napoli, ancora Benitez: 'Il nostro leader? Quello coi guantoni'

    Dalla lunga intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno emergono ulteriori dichiarazioni di Rafa Benitez. 'Valencia, Liverpool e Napoli le trovo molto simili, in particolar modo Napoli e Liverpool - afferma il tecnico azzurro -. Non sono capitali ma hanno l'orgoglio di una capitale. Noi come club e come città dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione con orgoglio e determinazione. Senza guardare gli altri. Maradona? Lui è un mito e resterà tale. Noi dobbiamo creare una squadra non dipendente da uno solo, come era con Maradona, ma una rosa competitiva. Sono stato tanti anni in Italia, guardavo Milan e Fiorentina. Capello, Sacchi, Ancelotti e Ranieri hanno arricchito la mia formazione. Guardavo le loro squadre e facevo domande. Ero a Milanello, un giorno. Tassotti non mi conosceva e io lo seguivo ovunque per fargli delle domande. Per capire il suo calcio. Sono in contatto con tanti allenatori sudamericani. Mi piace sentire altre filosofie di gioco, parlo spesso col mio amico Del Bosque del falso nueve, per esempio. Ci confrontiamo poi ciascuno ha la sua idea e decide. Il leader del Napoli? Sappiamo tutti che è quello che ha i guantoni (Reina, ndr). Ma è arrivato quest'anno, come tanti altri. Ha bisogno di tempo per avere influenza su tutti i compagni. Oggi ci sono leader di gruppo, c'è bisogno invece di una sinergia comune'.

    'La sfida contro la Roma per noi è importantissima - chiarisce Benitez -. Il secondo posto è possibile, ma dobbiamo essere convinti del fatto che questa è la strada giusta. Se non ci arriveremo, c'è il terzo posto. Ho sentito dire che l'anno prossimo lottiamo per lo Scudetto. Non è così: la squadra deve essere più forte, ma senza fretta e senza pausa. La differenza tra noi e la Roma? In questo momento è nei gol subiti, ma noi siamo una squadra che attacca e non snatureremo la nostra filosofia. Dobbiamo, però, essere meno sbilanciati e trovare equilibrio. Qualche volta ci riusciamo e anche bene, però almeno 10 dei 29 gol presi sono errori individuali. Ma se il Barcellona gioca con lo stesso modulo e con la stessa idea di gioco da anni, perché noi dovremmo cambiarlo? Non credo sia la cosa giusta. Giusto è invece perseguire un'idea così da guardare all'obiettivo finale. Oggi ho una squadra che gioca benissimo contro Borussia, Arsenal e Roma, ma non riusciamo a fare sempre così. Sappiamo i nostri difetti e ci stiamo lavorando. I tifosi devono avere la pazienza di aspettare e pensare più in grande. Due moduli diversi per Champions e campionato? Ci vorrebbero tantissimi soldi per fare ciò, in barba al fair-play finanziario. Quando si acquistano i giocatori lo si fa pensando alla loro funzionalità nel modulo e in Europa le squadre più forti giocano col 4-2-3-1. Ai giocatori devo dare sicurezze e con due gare alla settimana non è possibile cambiare. All'estero ci sono squadre con un fatturato più alto che, quindi, possono permettersi rose più competitive. Poi abbiamo visto la Spagna contro l'Italia. Si può dire di tutto e di più sulla condizione fisica, ma la verità è che la Spagna è una squadra di massimo livello e la differenza sta nella qualità dei giocatori. Il mercato? Stiamo lavorando con la società per preparare il futuro. Abbiamo fatto un'altra riunione con Bigon e De Laurentiis e non è certo per vincere la gara di domenica, ma per costruire il futuro, per essere al vertice tanti anni. Dobbiamo creare una struttura solida per mantenere questo livello per 25 anni, e questo è un percorso che si costruisce con la società. E' chiaro, però, che le valutazioni le facciamo sempre in base ai nostri parametri. De Laurentiis ha fatto cose importanti negli ultimi anni, ma adesso ha l'opportunità storica: mantenere i giocatori forti che abbiamo, con lo stadio e le strutture sportive. Un giocatore mi diceva: Un mio compagno di Nazionale vuole venire al Napoli. E allora, sono contento. Chi è il giocatore? Non devo dirlo. Di queste cose parlo con la società. Parlo del programma, della mia idea'. 

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