Una sfida, tanti aneddoti. Napoli-Lazio è un incrocio di scudetti vinti e persi, gare ricche di tensione e di una fortissima rivalità tra le due tifoserie. In mezzo c'è Reja, che domenica per la prima volta torna da avversario nella città che lo ha più amato e che da qualche tempo è dolce per la Lazio. Dalla metà degli anni 90, infatti, il San Paolo è diventato 'amico' per la Lazio che in quello stadio non perde dal 22 dicembre 1996 (1-0, contestato gol di Cruz al 91'). E negli ultimi anni a farne le spese è stato proprio il Reja allenatore partenopeo. A gennaio del 2008, un Napoli ancora ferito dall'eliminazione in Coppa Italia (proprio ad opera della Lazio) riesce ad acciuffare a tempo scaduto il 2-2 con Hamsik. Negli spogliatoi Reja e De Laurentiis vengono quasi alle mani. Quattordici mesi dopo la sconfitta interna contro i biancocelesti (2-0 doppietta di Rocchi), segnerà l'addio del goriziano.
Lo 0-0 del 22 novembre 2009 è solo l'ultimo capitolo di una sfida infinita, ricca di aneddoti: dalla prima tripletta italiana di Maradona nell'85, alla partita che vale il secondo scudetto del Napoli nel '90, fino al tricolore perso dalla Lazio al San Paolo nel '73, passando per lo 0-2 a tavolino della Lazio del 7 gennaio del '79 per il petardo che stordì Pighin e Manfredonia. Ma l'episodio che è rimasto impresso nella mente dei tifosi biancocelesti è quello del '73. La Lazio neopromossa è seconda ad un punto dal Milan all'ultima giornata: i rossoneri perdono a Verona 5-3, ma i biancocelesti non ne approfittano, perdendo a Napoli per 1-0, con una rete di Damiani nel primo tempo. La 'leggenda' narra della spedizione di capitan Wilson nello spogliatoio partenopeo nell'intervallo e la laconica risposta di Totonno Juliano 'troppo tardi'. Nei secondi tempi la Juve ribaltò la Roma all'Olimpico (da 1-0 a 1-2) e vinse il titolo. Domenica la Lazio di Reja che sogna la Champions spera che non sia ancora troppo tardi.
(Leggo - Edizione Roma)