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Nainggolan-Spalletti, destini incrociati: troppo tardi per salvargli la panchina?
PIU' RICONOSCENTE CHE INQUIETO - Spalletti definisce Nainggolan “l’uomo delle vampate”, quello che può rompere il match con una giocata: un tiro da fuori o un assist di prima. La concretezza è quella del centrocampista, ma la velocità di pensiero è quella del trequartista ed è per questo che Spalletti a Roma ebbe l’intuizione di spostarlo più avanti, invertendolo con Pjanic. I fatti e la sfortuna hanno dato torto a Spalletti, per minuti impiegati Nainggolan ad oggi non è stato un buon investimento per Suning, però il belga, ragazzo inquieto ma riconoscente, vuole ripagare la fiducia del suo mentore e per questo si è messo a totale disposizione di società e staff tecnico, per sopperire alle mancanze di metà campionato e per farsi trovare pronto per il momento più importante della stagione.
IL DISCORSO PRIVATO - Tra i due c’è stato qualche dialogo, si sono parlati con la massima schiettezza. Spalletti sa che con Nainggolan può comportarsi in un certo modo perché il rapporto va ben oltre a quello normale tra allenatore e calciatore. Il tecnico toscano lo ha chiamato nel suo ufficio e gli ha chiaramente fatto capire quanto il suo comportamento lo stesse mettendo in difficoltà nei confronti della società. Tanto è bastato affinché Nainggolan tornasse sui propri passi e iniziasse a comportarsi da professionista. Così le ore ore trascorse ad Appiano Gentile sono esponenzialmente aumentate e dopo l’ultimo infortunio il Ninja è pronto a dare il proprio contributo alla causa. Spalletti non vuole più toglierlo dal campo, da qui a fine stagione l’Inter non avrà altri impegni al di fuori del campionato. Il centrocampista non può più frenare, lo deve all’Inter e a Spalletti, che ha ancora qualche piccola chance di salvare la propria panchina, nonostante ad oggi il rapporto con Marotta non sembra decollare. Bisogna arrivare almeno terzi e guadagnare la Champions senza arrivare all'ultima giornata.