Calciomercato.com

  • Getty Images
    Nainggolan: 'In questa Inter potevo starci. Cessione illogica, Lukaku voleva giocare con me'

    Nainggolan: 'In questa Inter potevo starci. Cessione illogica, Lukaku voleva giocare con me'

    Radja Nainggolan, centrocampista del Cagliari, in prestito dall'Inter, torna per la prima volta da avversario all'Olimpico contro la Roma, visto che la scorsa stagione non era sceso in campo: "L’anno scorso non ci ho giocato con l’Inter, non so bene cosa aspettarmi allo stadio. Spero non mi fischino" le sue parole rilasciate in una lunga intervista a la Repubblica. "

    SU CAGLIARI - "Qui sono diventato uomo, e giocatore di calcio. È come tornare a casa. Cagliari è piccola, passeggio in centro, mangio una cosa fuori, vado dove mi porta il giorno". 

    SULLA MOGLIE - Due parole sulla moglie, Claudia, che sta combattendo contro un tumore: "Claudia è donna forte e sta cercando di trasmettere pubblicamente un messaggio. Io sono più intimo, lei ha fatto una scelta ed è lei che deve decidere: vuol far capire che non bisogna vergognarsi, sono cose che bisogna combattere, una volta che ce le hai l’unica uscita è quella. Sta cercando di parlarne con persone, altre donne che hanno la stessa malattia per incoraggiarle a non vergognarsene mai". 

    SUL CAGLIARI - "È un club che vuole diventare più grande a livello internazionale, prima ci lavoravano poche persone, ora il Cagliari dà lavoro a tanta gente: vogliono migliorarsi, c’è lo stadio, un settore giovanile forte. Il figlio di Daniele Conti? Bruno è  uno di casa, la sua famiglia abita sopra di me, in centro, ci vediamo molto spesso. Brunetto potrà fare bene, gli manca un po’ la grinta del papà. Ma ci si può lavorare". 

    BANDIERA A ROMA - "Difficile dopo Totti e De Rossi. Ma se mi chiedete se avevo pensato di chiudere la carriera a Roma dico tranquillamente di sì. Lì ero felice, davo l’anima, avevo tutto quello che volevo. È stata una grande delusione andar via. Ma nella vita a volte le strade si riuniscono". 

    LA ROMA DI OGGI - "Secondo me fa un po’ più fatica oggi perché ha pochi giocatori di personalità. Ci vogliono le "palle" per giocare a Roma: lì è tutto bello, ma quando le cose vanno male e ti fischiano devi aver carattere. Tanti giocatori forti lì hanno steccato". 

    SULLE VITTORIE - "Non ho mai pensato allo scudetto: non ho vinto niente ma non mi interessa, non cambierei nulla della mia carriera. Meglio stare dove mi apprezzano e mi vogliono bene". 

    SUL MERCATO - "Assurdo dover vendere per forza i giocatori, così una società non potrà mai vincere. E si trasformano gli uomini in numeri". 

    L'INTER IN CHAMPIONS - "L'Inter l’ho portata in Champions col gol decisivo, ma il merito è di tutti. Sono contento che siano veramente forti quest’anno, auguro loro il meglio. Mi dispiacerebbe se vincessero lo scudetto? No, dispiacere no. Ma un po’ "rosicherei": secondo me in quella squadra ci potevo stare". 

    SU CONTE - "La società su di me aveva preso una decisione. Lui alla società aveva chiesto dei giocatori. E se vuoi ottenere qualcosa devi anche dare. È strano trattare due anni fa un giocatore dicendo che non ne puoi fare a meno e due anni dopo non calcolarlo più: non mi pare logico". 

    SU LUKAKU - "Se mi ha chiamato questa estate? Sì, l’ho sentito. Mi ha detto che stava andando a Milano, mi ha chiesto di aspettare: "Dai, quest’anno staremo insieme", poi è successo il contrario"

    LA PARTITA DA RIGIOCARE - "Roma-Barcellona per le emozioni. E la semifinale col Liverpool perché vada in modo diverso. La rigiocherei 10 mila volte, c’era rigore per noi con espulsione. Chissà come sarebbe andata".

    Altre Notizie