Muriel: 'Sampdoria, questo è l'anno, Giampaolo ha trovato le parole. Io grasso? Ecco la verità'
E' l'uomo copertina di questa Sampdoria che ha creduto in lui, nonostante una stagione da dimenticare: Luis Muriel è rinato sotto la gestione Giampaolo, ed oggi è determinante nell'economia blucerchiata.
La sua incoronazione, di fronte al pubblico doriano, è arrivata in occasione del derby del 22 ottobre. E' stato lì che Luis si è preso lo scettro, e ora non vuole più mollarlo. L'occasione per certificare il salto di qualità è oggi, contro una Fiorentina che lo ha sempre stimato. Tanto è vero che in passato il club viola tentò a più riprese un approccio: "Due volte: non dico che fui vicino alla Fiorentina, ma non erano solo voci" racconta Muriel in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. "La prima volta ne parlarono con l'Udinese discutendo del pagamento di Cuadrado, la seconda Montella voleva capire se potevo muovermi: però nulla, a Udine speravano ancora che esplodessi lì per vendermi meglio".
C'è una parola che Muriel vorrebbe cancellare, ed è illusione: "Vorrei eliminare quella parola perchè è quella che mi sono sentito rinfacciare di più: ho illuso e poi deluso. Gli altri, ma prima me stesso: ero al Lecce e si parlava di Milan e Inter, ero all'Udinese e sembrava mi volesse l'Atletico Madrid, addirittura il Barcellona. E invece: grandi inizi, grandi cali. E facevo stare male anche chi aveva puntato su di me: mio padre e Alessandro Lucci, uno di famiglia più che il mio procuratore. Ma ora 'basta illusioni', questo è l'anno'.
Il periodo più difficile negli ultimi anni è stato sicuramente quello di 'segregazione' in un albergo, mentre Samp e Udinese trattavano: "Ferrero veniva tutti i giorni, e se non veniva mi telefonava: 'La mia carriera è nelle tue mani'. 'Ma come, presidente: è la mia che è nelle sue' - ricorda Muriel - Dieci giorni chiuso dentro un hotel di Nervi, vedevo solo anziani in vacanza, sarò uscito tre volte per fare una passeggiata al mare. Ero infortunato, Samp e Udinese dovevano accordarsi sul prezzo. 'A Udine non torno, piuttosto vado in Colombia', e Ferrero sempre la stessa frase: 'Tranquillo, resti qui'. Cosa mi disse il giorno dell'affare fatto? A lui devo molto, anche mantenere questo segreto: frasi ir-ri-pe-ti-bi-li".
Il feeling con il suo nuovo allenatore è scattato subito: "Giampaolo? Ho visto pochi allenatori così e non è questione di essere migliore o peggiore, semmai particolare: ecco, lui ha un modo molto suo di gestire il gruppo, di spiegare le cose, di ottenere le risposte che cerca. Con me ha trovato le parole giuste".
Muriel coglie anche l'occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa, quello dei cosiddetti 'chili di troppo' che gli vengono attribuiti: "Mai stata una dannazione, semmai un luogo comune nato a Udine quando non facevo bene. Il mio peso forma è da sempre 82-83, a Lecce ero 83 e andavo come un treno: quando Guidolin disse che ero grasso pesavo 84, peccato che sceso a 81 se ne parlava lo stesso. Certo - conclude il colombiano - scoprire le trofie al pesto non è stato un aiuto..."