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    Mourinho vince ancora: la strana coppia con la Roma è diventata vincente. È l'inizio di una nuova era?

    Mourinho vince ancora: la strana coppia con la Roma è diventata vincente. È l'inizio di una nuova era?

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Da Mourinho a Mourinho. A dodici anni di distanza dalla Champions League conquistata con l’Inter, l’allenatore portoghese trionfa nella Conference League, alla sua prima edizione, diventando l’unico tecnico ad avere vinto tutti i trofei dell’Uefa: Champions (due volte), Coppa UEFA, Europa League e la neonata Conference. Oh Tirana, dolcissima Tirana. Era la prima volta che la capitale albanese (dove tutti parlano italiano e tifano per le squadre italiane) ospitava una finale europea e Roma ora dovrebbe gemellarsi con essa. Da quattordici anni i giallorossi non vincevano un trofeo, però mai avevano alzato una coppa internazionale: la Coppa delle Fiere del 1961 era un torneo ad inviti e, infatti, l’Uefa stenta a riconoscerlo.

    Ci voleva, dunque, questa accoppiata strana e anomala - il più vincente tra gli allenatori del mondo (26 titoli) con la squadra meno vincente in Europa - per far scoppiare il cuore degli innamorati giallorossi volati in Albania e di quelli, ancora più viscerali, che hanno assaltato l’Olimpico per vivere sui maxi schermi una gioia che durerà mesi. Chissà, forse, anni.

    Gioisce Roma giallorossa e ne ha ben donde perché anche questa finale è stata, dopo il gol di Nicolò Zaniolo (32’), una sofferenza atroce. Culminata, però, con gli abbracci più belli. Eppure non era cominciata bene se è vero, come è vero, che dopo 16 minuti si è infortunato Mkhitaryan (nuova lesione al flessore della coscia già stirata un mese fa) ed è entrato Sergio Oliveira. Brutto colpo di cui la Roma ha risentito soprattutto quando c’era da congelare la gara e far girare a vuoto l’avversario.

    Infatti il Feyenoord, nella prima parte della ripresa, ha colpito due pali, protestato per un tocco di braccio abbastanza evidente di Cristante (grazie Var per aver optato per l’involontarietà), creato almeno tre occasioni sulle quali sono stati monumentali in due: il portiere Rui Patricio e il centrale inglese Smalling. Sì, perché la ripresa, è stata tutta difesa, la linea abbassata, molti palloni scagliati lunghi e una pressione continua da parte degli avversari.

    Naturalmente sono felicissimo di essermi sbagliato (avevo pronosticato il successo degli olandesi), tuttavia gli osservatori più attenti si saranno accorti che la mia previsione era tutt’altro che campata per aria. Il Feyenoord avrebbe meritato almeno di andare ai supplementari (durante i quali, contro una Roma che aveva speso tutto, avrebbe rovesciato il risultato facilmente) e, invece, oltre che sfortunato, è stato tradito dalla timidezza del primo tempo. E’ vero che ha tirato più della Roma (due a uno), è vero che ha avuto maggiore possesso di palla (percentuali del 59 contro il 41), ma è stato troppo poco pericoloso sotto porta. In pratica, le prime conclusioni si sono viste tra il 40’ e il 49’. E Rui Patricio è stato sempre presente a se stesso.

    Quali sono, dunque, i meriti della Roma? Quello di aver colto, più con sadismo che con cinismo, la prima occasione in cui la difesa olandese e, in particolare, Trauner ha mancato di netto il colpo di testa, permettendo a Zaniolo di controllare di petto e di toccare di sinistro sull’uscita del portiere. Il cross, dalla trequarti, è stato di Mancini e, probabilmente nulla sarebbe accaduto se Trauner non avesse sbagliato l’intervento. Tuttavia Zaniolo è stato bravo a capitalizzare l’unica palla capitatagli. E poi la resistenza.

    La Roma, forse illusa dal vantaggio, ha cominciato la ripresa in maniera assai molle. E dopo nemmeno un minuto, da schema di calcio d’angolo, Mancini, nel tentativo di mettere palla fuori, ha colpito il palo alla sinistra di Rui Patricio bravo, sul prosieguo dell’azione, a mandare in angolo. A quel punto, però, l’arbitro Kovacs è stato stoppato dal Var che voleva rivedere un tocco di mano di Cristante. Tocco evidente, perciò si temeva il rigore. Invece, con mia somma sorpresa, il gioco è continuato. Neanche il tempo di respirare (49’) e Malacia ha calciato un sinistro potente destinato all’incrocio. Rui Patricio è volato, ha toccato con una mano e la palla è finita sulla traversa.

    Roma in balìa degli olandesi, Roma troppo compressa, Roma frastornata e impotente. Per fortuna, in disimpegno, ha sbagliato anche Senesi che, volendo servire il proprio portiere, ha toccato corto. Abraham gli ha preso la palla e stava volando verso la porta quando è stato strattonato visibilmente per un braccio. L’inglese ha avuto il torto di non cadere inducendo così l’arbitro a non fischiare la punizione, evitando a Senesi anche il rosso per la chiara occasione.

    Mourinho sapeva che la condizione fisica della sua squadra era ai minimi e perciò, al 67’, ha fatto due cambi vitali. Dentro Spinazzola per Zalewski e Veretout per Zaniolo. Difesa a 5, centrocampo a tre (Cristante davanti alla difesa, con Veretout e Oliveira ai lati), Pellegrini sotto punta e Abraham davanti.

    E’ andata subito meglio. Sia perché Spinazzola ha spinto e difeso benissimo, sia perché Karsdorp (72’), anch’egli in proiezione offensiva, ha scagliato un tiro verso la porta del Feyenoord che il portiere Bijlow ha respinto dopo una deviazione. Di più: Pellegrini (85’), servito splendidamente da Veretout, ha avuto la palla del 2-0. Sinistro in corsa e bravo ancora Bijlow a salvare.

    Poi non si è giocato più, ma si è atteso la fine. Che è l’inizio della festa e, forse, di una nuova Roma.


    IL TABELLINO 
    Roma-Feyenoord 1-0

    MARCATORI: 32' pt Zaniolo (R) 
    ASSIST: Mancini (R)

    ROMA
    (3-4-1-2): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibañez; Karsdorp (44' st Viña), Cristante, Mkhitaryan (17' pt Sérgio Oliveira), Zalewski (22' st Spinazzola); Pellegrini; Zaniolo (22' st Veretout), Abraham (44' st Shomurodov). A disposizione: Fuzato, Carles Pérez, Maitland-Niles, Kumbulla, Bove, Afena-Gyan, El Shaarawy. All. José Mourinho.

    FEYENOORD (4-2-3-1): Bijlow; Geertruida, Trauner (29' st Pedersen), Senesi, Malacia (44' st Jahanbakhsh); Aursnes, Kokcu (43' st Walemark); Nelson (29' st Linssen), Til (14' st Toornstra), Sinisterra; Dessers. A disposizione: Cojocaru, Marciano, Jansen, Hendrix, Sandler, Hendricks, Hall. All. Arne Slot. ARBITRO: Kovacs (Romania).

    NOTE: Ammoniti: Pellegrini, Rui Patricio (R); Trauner (F). Recupero: 4' pt. 5' st.

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