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    Romamania: Mourinho e la botta di 'Esculapio' con la Juve. La stoccata ad Abraham con il fiato del Gallo sul collo

    Romamania: Mourinho e la botta di 'Esculapio' con la Juve. La stoccata ad Abraham con il fiato del Gallo sul collo

    • Paolo Franci
    Eccolo lì lo Special One. Lasciamo stare la botta di Esculapio con la quale la Roma ha portato via un punto immeritato dallo Stadium. E tralasciamo il modo in cui arrivata, pur coccolando quella giocata di Dybala che poi va di corsa a riprendere il pallone in porta perchè la partita a casa sua la voleva vincere, eccome. D'accordo: il punto è d'oro, uscire imbattuti dallo Stadium è comunque un segnale rispetto al tragico passato e tutto il resto. Però io mi godo lo Special One in luxury version, sincero come soltanto lui sa essere, soprattutto quando le cose non girano come vorrebbe.

    Ha detto ad Allegri apertamente che, appunto, la Roma s'è salvata per una botta di Esculapio. E ce lo immaginiamo, dopo averlo visto quell'orrorifico primo tempo, urlare e scalciare bottigliette negli spogliatoi mentre urla in faccia ai suoi quanto e come si stia vergognando di loro. Non è fantasia, è cronaca perchè ce lo ha raccontato lui. Senza alcun pudore, con schietta rudezza, Mou è speciale e unico nel suo genere da questo punto di vista. Te le dice così come sono – non sempre certe, diverrebbe stucchevole e anche noioso, forse - in particolar modo quando deve lanciare segnali chiari ai suoi.

    A Tammy Abraham, che pure fa il gol dell'assoluzione, ha detto chiaro e tondo che adesso con l'arrivo del Gallo dovrà muovere le terga e darsi da fare. Cioè, al giocatore più prolifico e senza dubbio esplosivo della scorsa stagione ha sibilato: «Ragazzo, o muovi l'Esculapio o quello che arriva ti ruba il posto». Concorrenza spietata basata sulla rapidità d'azione, l'impegno oltre il limite per far crescere i suoi. Un po' alla Top Gun Maverick, quando Mav dice ai suoi: "Agite, non pensate, pensare troppo brucia tempo prezioso".

    Gode, Mou quando spiega che a Karsdorp può dire "Ciao amico" e mettere Celik. Così come a Spinazzola con Zalewski. D'altra parte il calcio moderno con le rose ampie altro non è che una Repubblica fondata sul ricambio giusto. Con l'undici forte ma ricambi deboli arrivi lontano, ma raramente al traguardo. Da questo punto di vista il ko di Gini Wijnaldum è una ferita enorme, però ora arriva Belotti e anche Camara darà una mano.

    Il Gallo, benedetto Gallo. Non vedevo l'ora. Ho sempre avuto un debole e so bene quanto gli infortuni che ne hanno pregiudicato le ultime stagioni siano stati pesanti e decisivi, col Toro e in Nazionale. Ora però rieccolo, già idolo delle folle per aver respinto ogni offerta pensando solo alla Roma. Non c'è male come inizio, no, non c'è male per niente.

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