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Mourinho, giù la maschera: o cambi o te ne vai, i tifosi non ti sopportano più
Manchester sembrava la piazza ideale per rilanciare ai massimi livelli una carriera che dopo la seconda esperienza al Chelsea, sembrava ormai decisamente in fase calante. E in effetti la scorsa stagione aveva illuso un po' tutti con quella sorta di Triplete dei poveri (Charity, Coppa di Lega Inglese ed Europa League), ma si trattava appunto solo di una semplice sverniciata al palmares di un club che negli ultimi trent'anni era abituato a ben altro, e che lo scorso anno è arrivato sesto a 24 punti di distanza da un Chelsea che non partiva sicuramente con i favori del pronostico. Il vecchio Mou sembra ormai prigioniero del suo personaggio, e insiste nell'interpretazione di un ruolo che non solo non è più suo, ma forse in realtà non lo è mai stato, perché quella maschera da sbruffone impenitente che ha sempre indossato dai tempi in cui si autodefinì Special One, forse è stata sempre, solo e nient'altro che una maschera appunto...che però, col passare degli anni comincia ad assomigliare sempre di più ad una sorta di maschera protettiva, soprattutto dal punto di vista psicologico.
Perché sotto sotto viene il sospetto, che il portoghese non sia poi in realtà quel cuore di tenebra che ha sempre voluto dare ad intendere, e lo si capì soprattutto in occasione di due episodi nella sua seconda esperienza al Chelsea. La prima volta si vide chiaramente in occasione di una sconfitta subita in casa (Chelsea – Liverpool 1-3), quando alle domande incalzanti da parte di un giornalista nell'immediato post gara, Mou si rifugiò in un reiterato: “ I have nothing to say”, ma la fronte imperlata di sudore e quella mano con cui si toccava nervosamente il viso, rivelavano chiaramente un inferno interiore, dal quale stava disperatamente cercando di scappare. Un inferno dal quale scappò definitivamente, dopo che fece l'ultimo allenamento per i blues e fu immortalato dai fotografi mentre in auto, si coprì la testa con il cappuccio in un modo che fece quasi tenerezza, perché in quel gesto si capì chiaramente che la sua solita maschera non bastava più e doveva essere addirittura nascosta a sua volta.
Ritornando al presente però, adesso i tifosi dello United non sono più disposti a dargli credito, perché non possono – e non devono – accettare discorsi come quello sull'eredità calcistica, o sul fatto che ai quarti di Champions vadano sempre le stesse squadre ( Real, Barca, Juve e Bayern), o addirittura le sue assurde richieste di ulteriori investimenti. Come se stesse allenando una squadretta qualsiasi e non una delle più ricche in assoluto a livello mondiale, che non più tardi di due stagioni fa portò a segno il clamoroso colpo Pogba, un trasferimento che ha cambiato gli equilibri del calcio mondiale a livello finanziario, visto che da lì in poi i prezzi sono lievitati in modo assurdo e incontrollato. Perché non puo più permettersi certe frecciate gratuite e velenose come quelle contro Ranieri ( un vecchio che non aveva vinto niente e che sapeva a malapena buongiorno e buonasera in Inglese...), oppure le sue risse dialettiche – e non solo dialettiche – con i vari Guardiola, Wenger e Conte fino a scomodare anche l'osceno dito nell'occhio del povero Tito Vilanova. Soprattutto non è più credibile, quando dice che adesso deve cambiare tutto. E no caro Mou! Adesso devi cambiare solo tu.
@Dragomironero