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  • Mourinho amatissimo, ma meno vincente non si piace più. E per vincere lo scudetto a Roma è troppo tardi

    Mourinho amatissimo, ma meno vincente non si piace più. E per vincere lo scudetto a Roma è troppo tardi

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    In tutta sincerità ero convinto che José Mourinho non avrebbe cominciato il suo terzo anno alla Roma. E se, al contrario, fosse accaduto, credevo che accanto a lui non ci sarebbe stato il conterraneo e direttore generale Tiago Pinto. Invece, non solo sono ancora entrambi in giallorosso, ma andranno a scadenza insieme a fine stagione. La musica, però, non è cambiata. Mourinho è sempre scontento del mercato (manca almeno un attaccante e, da due giorni, è scoppiata la grana Matic), non si è sentito tutelato dalla dirigenza e dalla proprietà nella vicenda che ha portato alla sua squalifica di quattro turni in campo europeo, teme che in Italia possano riaccadere o riaccendersi situazioni tali da penalizzare il suo lavoro di allenatore. 

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    Non credo che Mourinho stia cercando un pretesto per essere mandato via prima dell’inizio del campionato o, peggio, esonerato dopo qualche giornata, ma che sia ovviamente avvilito dai mancati arrivi. Prima di altri, da quelli di Morata e Scamacca. A Roma sono disposti a portarlo in trionfo e in palmo di mano anche se non vince (come accaduto l’anno scorso) o non entra in Champions League (come accaduto nei due campionati in cui guida i giallorossi). Il problema è lui che non ha voglia di rassegnarsi ad essere un allenatore come tanti altri, bravo eppure un po’ usurato, vincente solo per competizioni secondarie, ai margini perfino di quel gruppo di squadre italiane che vanno nell’Europa che conta. 

    Sono un “mouriniano” di ferro, eppure temo che anche per José sia arrivata la stagione in cui non si riesce più a convincere gli altri della necessità di essere competitivi. I Friedkin gli hanno dato tre anni per accrescere il brand Roma e immetterlo nel circuito internazionale. L’operazione è parzialmente riuscita con il successo in Conference League e la finale di Europa League. Ma lo scudetto, quello, è rimasto solo una pia illusione e Mourinho sa che solo un’impresa di quelle dimensioni lo farebbe essere re di Roma e/o un allenatore tornato ai fasti dell’Inter. Ma forse è tardi, forse non si può più. E Mou è triste, solitario y final.
     

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