Mourinho amatissimo, ma meno vincente non si piace più. E per vincere lo scudetto a Roma è troppo tardi
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Non credo che Mourinho stia cercando un pretesto per essere mandato via prima dell’inizio del campionato o, peggio, esonerato dopo qualche giornata, ma che sia ovviamente avvilito dai mancati arrivi. Prima di altri, da quelli di Morata e Scamacca. A Roma sono disposti a portarlo in trionfo e in palmo di mano anche se non vince (come accaduto l’anno scorso) o non entra in Champions League (come accaduto nei due campionati in cui guida i giallorossi). Il problema è lui che non ha voglia di rassegnarsi ad essere un allenatore come tanti altri, bravo eppure un po’ usurato, vincente solo per competizioni secondarie, ai margini perfino di quel gruppo di squadre italiane che vanno nell’Europa che conta.
Sono un “mouriniano” di ferro, eppure temo che anche per José sia arrivata la stagione in cui non si riesce più a convincere gli altri della necessità di essere competitivi. I Friedkin gli hanno dato tre anni per accrescere il brand Roma e immetterlo nel circuito internazionale. L’operazione è parzialmente riuscita con il successo in Conference League e la finale di Europa League. Ma lo scudetto, quello, è rimasto solo una pia illusione e Mourinho sa che solo un’impresa di quelle dimensioni lo farebbe essere re di Roma e/o un allenatore tornato ai fasti dell’Inter. Ma forse è tardi, forse non si può più. E Mou è triste, solitario y final.