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Mourinho: 'A gennaio nessun grande investimento. Vorrei lottare per altri obiettivi ma sono contento alla Roma'
Un ricordo di Thiago Motta? Rivedremo Abraham-Mayoral?
"La gente pensa che ho conosciuto Thiago nell'Inter, in realtà lo conoscevo da Barcellona. Qualche volta mi mandavano ad allenare la Primavera e lo conobbi lì. Ho tanti ricordi con lui, è uno dei miei. Insieme a Stankovic, Chivu, che sono diventati tutti allenatori. Voglio sempre sapere cosa hanno fatto, tranne questa volta che saremo avversari. Borja-Tammy? Si hanno giocato bene e non abbiamo tanti giocatori, sono un opzione ma anche Shomurodov e Felix possono giocare. Sono contento perchè hanno fatto gol, tante volte per l'attaccante non basta giocare bene. Per Tammy e Borja segnare è importante".
Come cambia il gioco di Abraham a seconda del partner?
"Shomurodov è più di corsa, Mayoral è più pericoloso in area. Per Tammy non cambia giocare con uno o con l'altro. Possiamo influenzare il suo gioco a seconda delle necessità ma non cambia tanto".
Giocando a tre quale può essere la riserva di Kardorp?
"Difficile, giocando a 4 non abbiamo tante opzioni in avanti. Giocatori che possono giocare al posto di Karsdorp e Vina non ci sono".
Sul mercato reputa ancora una priorità il mediano?
"Voglio ribadire che non sono dispiaciuto per il nostro mercato estivo, che è stato di reazione. Non è che il club non mi ha voluto dare un mediano, non abbiamo litigato, il nostro è stato un mercato reattivo e quindi non ho potuto avere alcuni giocatori. Voglio la miglior rosa possibile, ma ho capito le difficoltà. Se a gennaio si può fare qualcosa bene, ma non faremo un investimento pazzesco come magari si fanno in estate. A gennaio potremo dare più equilibrio alla rosa. In questo senso siamo sulla stessa linea con la proprietà e il direttore. Vediamo se possiamo fare qualcosa, abbiamo qualche limite. Guardando alla nostra ti spaventi un po' perchè ci sono tante assenze, in una situazione normale la squadra sarebbe più equilibrato. Ma ora abbiamo 3 partite prima di gennaio, e cerchiamo di fare più punti".
Lei disse che non le piace giocare a cinque.
"Non mi piace giocare a cinque, ma non mi dispiace giocare a tre, con giocatori offensivi sulle fasce che devono fare adattamenti difensivi. Giocare a cinque non mi piace".
Questo modulo quindi rimane una soluzione provvisoria?
"A me piace la cultura tattica, penso che il tempo aiuta a costruirla e ad avere una squadra adatta in diversi modi. Una cosa è ciò che piace di più a me e cosa è più adatto alle caratteristiche dei giocatori. Io sono aperto a fare il possibile per tirare fuori il meglio dai giocatori. Coi giocatori giusti, non mi dispiace per niente giocare a tre, anche perché siamo in un campionato in cui tante squadre giocano a tre o a cinque. Non mi dispiace questo modulo, quello che mi dispiace è non aver potuto costruire e dare solidità per delle emergenze e ogni settimana dobbiamo adattarci alle emergenze che abbiamo. A me piacerebbe non avere mai infortuni e squalifiche, in questo momento dobbiamo cambiare di settimana in settimana e non riusciamo a dare solidità al percorso di crescita. Però piangere non vale la pena, ora pensiamo a queste tre partite e poi molti giocatori a gennaio torneranno".
Felix è convocabile?
"Si. Si è allenato con noi tre giorni e sarà convocato".
Come si fa a migliorare l'aspetto mentale di chi gioca meno?
"Dipende dal profilo del giocatore. Se sono giovani o senza esperienza quello che si deve fare è lavorare e aspettare. Solo l'esperienza ti può aiutare. Se il giocatore invece è esperto e pensa che deve essere titolare è un profilo diverso. Contro l'Inter avevamo 8 giocatori in panchina con meno di 21 anni, giocatori che lo scorso anno giocavano n Primavera, come Bove. Qui la Primavera è un campionato di livello molto basso che non ti prepara per giocare in prima squadra. Ad esempio a Sofia il modo in cu Darboe va in contrasto nel finale non è mancanza di qualità ma di esperienza. Non posso avere in panchina Vidal, Lautaro, Correa o Darmian, questa è una realtà diversa e mi fa picare lavorare con loro e farli crescere. Non è una critica, è la realtà. Con i giovani si deve lavorare e aspettare che il tempo passi, accettando gli errori. Puoi pagare in termini di risultato, però è così. Mi piacerebbe lottare per altri obiettivi, ma sono molto contento di stare nella Roma, un progetto diverso da quello a cui sono abituato nella mia carriera".