INFOPHOTO
Moratti vuole riprendersi l'Inter. Troppe spese impreviste per Thohir
PAROLE CHIARE - "«Lavoro per rinforzare il club». Parole di Massimo Moratti qualche giorno fa e, nonostante le smentite di facciata, per lui questo vuol dire una cosa sola: tornare. Mentre Thohir insomma fa sapere di essere all’opera per cedere una quota di minoranza, Moratti intanto lavora a un piano B che adesso ha una scadenza: giugno. E le indiscrezioni intorno a lui diventano ogni giorno più precise, le conferme sono due: il desiderio di Moratti di riappropriarsi della sua creatura e la voglia di Thohir di sistemare una situazione che inizia a costargli troppi soldi e troppe incertezze. Intendiamoci però: quella dell’imprenditore indonesiano non è visto come un fallimento. Certo, la mancata qualificazione alla Champions peserebbe molto nelle casse nerazzurre, ma Thohir ha fatto esattamente quello per cui è stato cercato: ha svuotato l’Inter dei suoi troppi dipendenti, ha sensibilmente abbattuto il monte ingaggi dei giocatori, ha ringiovanito (e non poco) la rosa della squadra. E guardando bene nel bilancio della società si scopre che i parametri fissati dal Fair play finanziario non sono così lontani dall’essere raggiunti, anzi".
DOVE THOHIR NON ARRIVA - "Però adesso ci vuole un passo ulteriore e Thohir - da imprenditore - non si sente di farlo, mentre Moratti - da presidente - si. O meglio: non da solo ma di nuovo in testa a tutti. Ed è qui che lo scenario si fa sempre più concreto. Il via libera all’”Operazione Ritorno” è stato l’annuncio del rinnovo della partnership con Pirelli, avvenuto improvvisamente a febbraio con notevole ritardo e dopo mesi di tentennamenti. Thohir a gennaio aveva già fatto presente a Moratti della necessità di rientrare da una parte dell’investimento (la cosa non era stata gradita) e così, tramite Pirelli, ecco ChemChina, i nuovi proprietari del marchio italiano e soci di Marco Tronchetti Provera. Se Thohir dunque arriva a trattare con il colosso dell’elettronica Suning, Moratti comincia a elaborare il suo piano: si parla dell’acquisto del 25%, che sommato al suo 29,5% fa maggioranza. E con la richiesta che l’ex presidente torni a capo della società, come garanzia. Questo è «rinforzare il club», con un ulteriore piano nel caso in cui Thohir decidesse di defilarsi: un fondo “amico” del Kuwait, già in affare con la Saras, sarebbe pronto ad investire nell’Inter. Già, la Saras: l’azienda dei Moratti che, dopo gli accordi con i russi di Rosnelf, non è più legata a doppio filo - contabilmente parlando - con l’Inter ed ha ricominciato dopo 7 anni a produrre dividendi, che sono stati storicamente il “borsellino” di Massimo per fare grande la sua Inter".
IL SOGNO IBRA - "E la squadra? Roberto Mancini resta la prima scelta per la panchina, ma non è sicuro che non decida di mollare dopo un anno così travagliato. Ecco allora che l’obiettivo diventa Diego Pablo Simeone. Il “Cholo” che qualche segnale ha già mandato dopo essere stato - è notizia - già sondato. Arriva Banega (suggerito da Moratti), potrebbe partire Handanovic (ha una clausola nel contratto che glielo permette), piace Perin, infortunio di ieri permettendo. E per sopperire alla possibile partenza di Icardi (mancata la Champions League, il ricavo dalla sua cessione quest’anno è un’occasione troppo ghiotta) Moratti ha una pazza idea: rivedere Ibrahimovic all’Inter, anche a 35 anni, anche per vincere subito un personale nuovo derby col Milan. Lo svedese non sarebbe contrario e a Moratti pare lo abbia già detto mesi fa: basta pagare (e super bene) il suo stipendio, visto che il cartellino è a costo zero. Ovvio: ci sarebbe Mino Raiola, il suo manager che da anni non frequenta più Appiano Gentile. Ma - esperienza insegna - non è un problema insormontabile quando i soldi iniziano a girare. Insomma: questo è un puzzle di Moratti, che ogni giorno ha un pezzo in più. Giugno non è lontano per scoprire se verrà completato".