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Moratti vende la Saras. La storia legata ai successi dell'Inter
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L'accordo tra Moratti e Vitol è stato chiuso a 1,75 euro per azione, - ampiamente sopra la media degli ultimi dodici mesi, che implica una valutazione di Saras di circa 1,7 miliardi e un incasso per gli azionisti di riferimento di circa 595 milioni di euro. Vitol lancerà poi un'Opa obbligatoria sul capitale restante con l'obiettivo di delistare il titolo da Piazza Affari.
"Con i miei nipoti Angelo e Gabriele ed i miei figli Angelomario e Giovanni, ho ritenuto che la miglior garanzia per il futuro successo della raffineria di Sarroch fosse l'aggregazione con un primario operatore industriale del settore energetico globale quale è Vitol", ha spiegato il presidente e amministratore delegato Massimo Moratti, come riporta La Stampa.
Il completamento dell'operazione è esclusivamente subordinato all'ottenimento delle autorizzazioni regolamentari necessarie: le autorizzazioni ai sensi dei regolamenti dell'Unione europea sulle sovvenzioni estere e in materia di concorrenza (antitrust) e della normativa Golden power italiana.
"Questa operazione - aggiunge Moratti - sarà positiva per tutti gli azionisti, per le maestranze, per i clienti e tutti gli altri stakeholders".
A spingere per la cessione, riferisce La Stampa, sarebbero stati soprattutto i nipoti di Massimo Moratti, Angelo e Gabriele Moratti, figli di Gian Marco Moratti, scomparso nel 2018, e avuti da quest'ultimo rispettivamente da Lina Sotis in prime nozze e da Letizia Moratti.
La Saras nacque da un'intuizione di Angelo Moratti, il patron della Grande Inter degli anni 60, che nel 1962 decise di mettere a frutto la sua esperienza nel campo petrolifero lanciando la scommessa della raffineria di Sarroch, a pochi chilometri da Cagliari, che giunse in poco tempo a coprire un quarto della produzione italiana.