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    Moratti: 'Messi all'Inter, fu lui a chiamare noi! Rimpianti? Cantona, l'esonero di Simoni e Pirlo'

    Moratti: 'Messi all'Inter, fu lui a chiamare noi! Rimpianti? Cantona, l'esonero di Simoni e Pirlo'

    • Redazione CM
    L'ex presidente dell'Inter Massimo Moratti ha parlato a Radio Serie A con RDS: 

    "Chi è oggi Moratti? Lo stesso di prima, non c'è più l'Inter che sentivo come un dovere e una passione. Sono preso dalle altre attività e dalla famiglia. Ho la fortuna di avere tre figli e dei nipoti che danno un significato a tutto".

    GIOCATORI - "Da presidente speri sempre di trovare qualcuno che ti faccia vincere e stravincere. Nei giocatori cercavo soprattutto la classe, poi preso Samuel ho capito che la classe era importante ma arrivato lui abbiamo aggiustato la squadra. Rimpianti? Tantissimi. Tante volte sono legati al non poter fare qualcosa, per cui Cantona sarebbe stato un cambio di marcia. Poi Pirlo al Milan, piuttosto che allenatori che potevo trattare meglio o peggio, a seconda. Ma tutto quello che fai è per il bene della società”.

    TRIPLETE - "Non mi aspettavo fosse considerato così importante, invece lo è. Noi abbiam vinto tutto in un mese. Solitamente uno dei tre, magari il campionato, potevo vincerlo prima. Si soffre fino alla fine, ma è stato una cosa fantastica. Preparato bene dai campionati di Mancini e poi Mourinho".

    MOURINHO E MOTTA - "Mou su un'altra panchina italiana? Sì, me l'aspettavo e poi è adatto alla Roma. La società ha un grande potenziale, tutto da esprimere e lui inventa qualcosa ogni giorno. Motta? Non mi aspettavo facesse l'allenatore. E' sempre stato intelligente e molto pratico, cose che lo hanno fatto diventare bravissimo. Il Bologna gioca bene e vince. Motta è quello che mi piace di più, a parte Inzaghi che è bravissimo".

    NON RIFAREBBE... - "Il povero Simoni mandato via dalla sera alla mattina. Poi Roberto Carlos, ma era una cessione obbligata per il bilancio. Avrei dovuto difendere di più Pirlo".

    RECOBA - "La classe. Era un fatto calcistico. Tanta classe e tanta potenza era difficilissima da vedere assieme. Non avesse avuto tanta pigrizia... Quando l'ho acquistato mi è stato venduto da un famoso manager sudamericano e mi disse che alla prima partita avrebbe fatto cadere lo stadio. Così è stato. Ho pensato fosse un predestinato. L'idea di avere in panchina uno che se lo metti fa qualcosa di potente, bello. Un altro così era Kanu, grandissimo giocatore, ma dopo il problema al cuore gli allenatori avevano paura".

    RONALDO - "Molto intelligente, sveglio. Eccezionale. Non ha avuto fortuna perché avrebbe dovuto vincere tanto, ma si è fatto male. Era un allegro, sapeva anche adattare il momento della serietà".

    RICOMPRARE L'INTER - "No, sinceramente sono bravi quelli che ci sono. La cessione? E' stato un passaggio di responsabilità dopo tanti anni, mi sembrava fosse il momento giusto".

    MESSI VICINO ALL'INTER - "E' vero, lo avevo visto nell'Under 19 argentina. Questo ragazzo vinse la partita da solo. Mi aveva impressionato per il carattere e per la classe. C'erano giornalisti che mi chiedevano cosa pensassi, se volevo prendere Ronaldinho e io dissi che mi piaceva Messi. Lui lo seppe e si mise in contatto con noi, ma era stato curato e cresciuto dal Barcellona. Mi spiaceva. Però tutti gli anni mi mandava la sua maglietta, tutti gli anni".

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