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    Moratti: 'La Juve mi ringraziò per Ibra e Vieira, ora prenderei Dybala. Messi...'

    Moratti: 'La Juve mi ringraziò per Ibra e Vieira, ora prenderei Dybala. Messi...'

    Massimo Moratti si gode l'Inter di Pioli. L'ex presidente nerazzurro ha dichiarato in un'intervista al quotidiano Il Giorno

    Si aspettava di arrivare in queste condizioni a Juventus-Inter?
    "Non pensavo facessimo in tempo ad essere così vicini. Pensavo saremmo risaliti perché Pioli è bravo e lo è anche Zhang Steven, ma non con questa velocità e continuità". 

    Era stato lei a chiedere a Suning di stare più vicino. Aveva ragione... 
    "Chi prende una squadra di calcio deve sempre stare vicino al gruppo, questo a prescindere dal fatto che la Proprietà sia italiana o straniera". 

    Thohir non lo ha fatto e lei non perdeva occasione di sottolinearlo... 
    "Quello di Thohir è stato un passaggio. In parte è riuscito nel suo intento, in parte no. Thohir voleva fare di più ma entro certe regole, al contrario Suning ha intenzione di investire e la la situazione è diversa". 

    Ora che l'Inter vince si è abituato a fare solo il tifoso o le manca il fatto di non essere dentro la società? 
    "Mi sono abituato anche se all'inizio non è facile, dopo che per tanti anni sei stato alla guida della società". 

    E' possibile avere figure simili alla sua nel futuro del calcio? 
    "Dal punto di vista economico è normale che una famiglia non possa affrontare le cifre che mettono sul piatto i cinesi. Sotto l'aspetto gestionale non cambia nulla, chi lo fa ha attorno un'organizzazione. Quel che conta in una società è avere qualcuno che si prenda le responsabilità, i giocatori sentono la sua presenza. All'Inter oggi è importante la figura della famiglia Zhang, padre e figlio, persone con carattere gentile ma forte, che fanno quel che serve per andare bene". 

    Se fosse un tifoso del Milan sarebbe preoccupato per la situazione attuale in società? 
    "Finché c'è Berlusconi sì perché può sempre sterzare, se eventualmente non dovesse rivelarsi vera. Ma è ormai talmente definita che mi auguro per loro che si concluda. Non do altri giudizi perché è già complicato seguirne una di squadra... (ride, ndr)". 

    Rispetto alla sua gestione in nerazzurro siete passati dallo 'Special One', José Mourinho, al 'Normal One'? 
    "Sì ma Pioli è un 'Normal One' deciso, non un buono che lascia fare. Ha polso, ama la disciplina nel gruppo ed è una persona di carattere, solo non fa palcoscenico e lavora". 

    Chi le ricorda Pioli della sua gestione? 
    "Ranieri, per discrezione e normalità. Un gran signore. Ha avuto delle grandi soddisfazioni facendo un'impresa che va anche oltre quella appena fatta da Federer... Il Leicester è stato un lampo fantastico. Girando il mondo ho trovato un sacco di gente che tifava per la loro vittoria. E' stato un regalo meraviglioso che ha fatto a sé stesso e al mondo, ha fatto capire che si può avere sempre la speranza di vincere. Uno schiaffo alla presunzione delle grandi squadre". 

    Se l'avessero interpellata sul caso De Boer-Mancini sarebbe andata a finire così? 
    "In realtà a un certo punto c'è stato un necessario scambio di vedute e ho seguito la questione. La cosa più giusta sarebbe stata forse chiudere a giugno con Mancini o tenerlo tutto l'anno. L'errore è stato trascinare qualcosa che prevedibilmente avrebbe portato a cambiare tecnico a pochi giorni dall'inizio del campionato. Conoscendo un po' le cose, nel calcio le situazioni non si cristallizzano, al contrario si evolvono. Credo che Thohir avesse in mente di prendere De Boer dall'anno precedente e all'olandese non possiamo dare alcuna colpa: è stato messo in una pentola bollente e mandato via quando si stava raffreddando. Dare un giudizio su di lui è difficilissimo. E' stato un pasticcio, risolto benissimo con l'arrivo di Pioli". 

    Allenatore, quest'ultimo, scelto da Zanetti e Ausilio dopo lungo casting... 
    "Sì però Zhang Steven li ha incontrati tutti. Non era focalizzato forzatamente sulla scelta di un italiano. Pioli ha impressionato per la concretezza e per come ha messo le carte in tavola". 

    E' vero che le piace molto Conte, pur essendo l'opposto di Pioli? 
    "Ma i tecnici piacciono al di là del carattere, l'importante è che ti facciano vincere. Ho visto il Chelsea l'altro giorno e ho visto il solito trascinatore. E' bravissimo anche tatticamente". 

    Meglio Conte o Mourinho? 
    "Be' per Mourinho c'è grande riconoscenza. Ci sentiamo ancora e lui è affettuosissimo nei confronti miei e dell'Inter. Ne ha un grande ricordo, credo sia quanto di più bello gli sia accaduto in carriera. L'ha vissuta con passione ed è qualcosa che rimane". 

    Di tanti Juventus-Inter ne ricorda uno con particolare piacere? 
    "Ho dei ricordi molto chiari del periodo con mio padre alla presidenza, li vivevo con una grande passione perché era una nuova avventura. Mi è più facile ricordarne uno di allora vinto a Torino con una doppietta di Bettini, preso dall'Udinese. Vincemmo in casa della Juventus, che era sempre forte, anche se noi andavamo bene". 

    Lei ha portato via diversi giocatori alla Juventus, tra cui Ibra e Vieira. Allora si parlò anche di Buffon, ma ci ha provato davvero? 
    "No, anche se abbiamo sempre avuto un rapporto molto simpatico quando ci siamo incontrati. Ibra e Vieira non sono stati portati via anche se poi qualcuno parlò di scippo e questo non mi fece piacere. Furono trattati e fui ringraziato dai dirigenti della Juventus per averli acquistati, mettendo in condizione la loro società di fare cassa in un momento difficile". 

    C'è un giocatore che in questo momento la stimola calcisticamente alla pari di Recoba?
    "Ho molta ammirazione per Icardi, ha un modo di giocare all'antica ma di grande potenza. Mi piace molto anche Joao Mario, ha uno stile molto bello ed elegante. Sa giocare a pallone". 

    Secondo lei la Serie A, in particolare l'Inter, è pronta per avere uno come Messi? 
    "Non posso conoscere le intenzioni e le opportunità che possono nascere dal mercato, ma certamente i nostri nuovi proprietari non si tirerebbero minimamente indietro. Stanno lavorando sul core business, cercando di fare in modo che la squadra sia così forte da trascinare tutto il resto. Che sia con Messi o altri giocatori della sua caratura". 

    Lei aveva una grande passione per i giocatori inglesi. Chi prenderebbe oggi se facesse lei il mercato? 
    "Sinceramente oggi mi diverte di più guardare certi giovani per capire se diventeranno forti o meno. Gagliardini, ad esempio, mi dà grande soddisfazione, non a caso è stato pagato 20 milioni. Mi ricorda Thiago Motta nel fisico e nei tempi, ha un piede fantastico. Poi si cercano sempre i paragoni, ma ha una personalità e un modo di giocare tutto suo. E' fortissimo. Trovo giustissima l'idea di una squadra più italiana, ma è un'esigenza: oggi ci sono tanti giocatori giovani e forti anche in Serie B. Realmente è un momento fortunato". 

    Chi acquisterebbe nella Juventus di oggi? 
    "Dybala. Avrei tentato di prenderlo a tutti i costi, quando lo ha trattato l'Inter io stavo andando via. Ma ne toglierei più di uno ai bianconeri, anche Higuain è fantastico". 

    Juventus-Inter è meno avvelenata rispetto agli anni di Calciopoli? 
    "Direi di sì. Anche se poi le famiglie Agnelli e Moratti provavano a ricucire, calcisticamente era avvelenatissima". 

    Come è cambiato il calcio italiano dai tempi di Calciopoli? 
    "E' cambiata la guida del calcio. Allora andava evidentemente in una certa direzione, c'era un controllo da parte di un gruppo e da chi aveva responsabilità ufficiali in questo mondo. C'erano tutta una serie di ramificazioni. Dopo non è successo, man mano si è normalizzato tutto e oggi non ho minimamente la stessa sensazione. Al di là del giudizio sulle persone, io ad esempio penso che Tavecchio abbia fatto benissimo. Ha affrontato tutto cercando di cambiare e portare qualcosa di nuovo, con le sue idee". 

    Chiamerà Stramaccioni per sapere come si fa a vincere a Torino, considerando l'impresa del 2012? 
    "Quella fu un grande impresa, contro pronostico e contro l'arbitro a quanto ricordo...". 

    Se dovesse arrivare un successo allo Juventus Stadium si potrebbe pensare anche allo scudetto? 
    "Be', quando sei lì... Credo che già pensare oggi al secondo o terzo posto sia un anticipo sui tempi, con quel che è successo a inizio stagione. Un'opportunità concreta, considerato che non abbiamo vinto per colpi di fortuna. Non porrei un obiettivo così alto solo perché può sfasare questa marcia della squadra, arrivata in maniera molto umile". 

    Si accontenterebbe del pareggio domenica sera? 
    "Potrebbe essere un buon risultato. Dovesse arrivare la vittoria saremmo obbligati a pensare anche al primo posto, ma la partita è la partita. Nessuno fa calcoli". 

    Immaginiamo che vedrà la partita da casa... 
    "Be' una volta seguivo la squadra in trasferta a Torino. Ho smesso nel 1998...". 
     

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