Moratti: 'Ho deciso nel 2011 di cedere l'Inter, ma stavo lasciando nel 2006 per Calciopoli. Ronaldo il miglior affare'
Il presidente dell'Inter Massimo Moratti, pochi giorni prima di cedere il 70% della società a Erick Thohir, ha rilasciato un'intervista al magazine del Corriere della Sera Sette, che uscirà venerdì 8 novembre. Ecco i passaggi principali affrontati dal numero 1 nerazzurro: “L’Inter per tutti noi è sempre stata soltanto una passione”, esordisce il presidente ricordando le parole del padre Angelo Moratti che nel 1980 gli disse: “Dovresti vedere se si può prendere l’Inter, perché un’esperienza nel calcio va fatta. Aiuta a crescere, a soffrire, a migliorare”.
Su Zanetti: “Il primo giocatore che ho visto e che ho scelto. Non avevo ancora preso l’Inter e mi era arrivata la cassetta di una partita dell’Argentina under 20, per farmi osservare Ortega che non mi aveva entusiasmato e invece, cosa stranissima, mi ero lasciato incantare da un terzino che faceva cose che non avevo mai visto. L’abbiamo preso ed è ancora con noi; adesso ho scoperto che viene dal pianeta Krypton e che giocherà ancora per 4-5 anni”. Di Paul Ince ammette: “Un consigliere mi aveva sussurrato che sarebbe stato meglio evitare i calciatori di colore perché la curva la pensava diversamente. Già lo volevo prendere perché è un grande centrocampista; così forse non per provocare o forse sì mi sono tolto l’ultimo dubbio ed è arrivato qui. La risposta del pubblico è stata fantastica”.
Sull'acquisto di Ronaldo: “L’ho preso perché era fortissimo ma anche perché nessuno credeva che l’acquisto fosse possibile, visto che lui giocava nel Barcellona. È stato un ottimo affare, Ronaldo è arrivato a un costo alto, ma cinque anni dopo è stato rivenduto al doppio al Real e per l’Inter ha rappresentato un’immagine fortissima perché ci ha aperto al mondo”.
Su Calciopoli: "Un muro non superabile. Nel 2006 avrei voluto cedere la società; poi prevale il senso di responsabilità e il rispetto per l'impegno preso".
Su Mancini e i sogni di mercato non realizzati: "Mi era piaciuto che parlasse dell'allenatore non in prima persona. L'ho tenuto, abbiamo vinto". Tra i giocatori che gli sarebbe piaciuto avere in squadra c'è Messi, "ma era troppo legato al Barcellona".
Sulla decisione di cedere a Thohir: "Nel 2011, dopo la Coppa Italia, ho pensato che fosse venuto il momento di fare un passo laterale, di trovare nuove soluzioni per il club. Ho cercato una soluzione che ci aprisse nuovi mercati. E' stato giusto farlo. Non ho mai pensato di essere presidente dell'Inter a vita".