Flop Morata: ora di chi è la colpa?
Alvaro Morata e la Champions League, come a dire che si erano tanto amati. I tempi della cavalcata record dello spagnolo sembrano lontani anni luce. Il tempo di scomodare una leggenda come Alex Del Piero dall'alto della serie di cinque gol segnati in cinque partite consecutive tra la passata stagione e quella attuale, che proprio in Champions si sono scritti il primo e l'ultimo capitolo della crisi di Morata. Dal caso del calzino colorato a Monchengladbach, che ha messo in evidenza le prime piccole ma dolorose crepe nel rapporto con Allegri, all'occasione sprecata di Siviglia. Anzi, al fallimento di Siviglia. Perché di questo è giusto parlare per Morata, che con Mandzukic e Zaza out ha finalmente avuto l'opportunità di scendere in campo dal primo minuto nel ruolo che ritiene più suo: quello del centravanti. E invece contro il Siviglia ha fallito, lui più di tutto il resto della Juve.
AVEVA RAGIONE MAX Perché dopo i mal di pancia e i mugugni dell'ultimo periodo, questa poteva e doveva essere la serata di Morata. Un'occasione che di questi tempi appariva più unica che rara per dimostrare a tutti, ma soprattutto a sé stesso e allo stesso Allegri, che aveva ragione lui quando reclamava spazio. Al centro dell'attacco e non relegato sulla sinistra. Dal primo minuto e non relegato al ruolo di dodicesimo uomo. Invece con una prestazione fatta di iniziative individuali al limite della testardaggine, macchiata da due gol praticamente fatti e invece falliti clamorosamente, ha di fatto giocato contro di sé dimostrando almeno in questa occasione come in realtà Allegri avesse semplicemente ragione nel preferigli costantemente Dybala e Mandzukic nell'ultimo periodo fatto di sole vittorie. Lo stesso confronto con l'argentino, nonostante la sconfitta, è stato a sua volta impietoso per Morata. Che da questa pessima prestazione deve ritrovare la forza di ripartire, con i fatti e non più soltanto a parole: se vuole che il posto da centravanti titolare della Juve torni ad essere suo, deve tornare a dimostrarlo sul campo, a cominciare da quello di allenamento. Perché quello di Siviglia non ha niente a che fare con il Morata che ha fatto innamorare tutta la Juve e costretto all'esilio Llorente, non ha niente a che fare con il giocatore su cui Andrea Agnelli ha puntato senza mezze misure per costruire la Juve dei prossimi anni. Altro che recompra...
Nicola Balice
@NicolaBalice