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Monza, il gesto di Galliani è il segnale della resa: Serie B a un passo, tre aspetti da chiarire per la ricostruzione
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NUMERI PESSIMI – E così è arrivato un altro ko, il ventesimo di questo campionato. I punti in classifica sono rimasti 15 su 30 giornate disputate: una media di soli 0,5 punti a partita. La distanza da quel quartultimo posto (occupato dal Lecce) e da quel miraggio salvezza è di ben 10 lunghezze. Un traguardo praticamente irraggiungibile a sette giornate dalla fine della Serie A. Il ritorno di Nesta in panchina – tornato dopo essere stato esonerato e sostituito da Bocchetti, a sua volta allontanato – non ha sortito gli effetti sperati: 2 punti nelle ultime 7 gare, una miseria se il tuo obiettivo dichiarato è la permanenza della categoria. Numeri a cui vanno sommati altri dati di fatto: 55 reti subite (peggior difesa del campionato) e 25 goal fatti – terzo peggior attacco nel massimo campionato italiano -.
AFFONDARE INSIEME? – Ma che le sensazioni fossero negative, nella stagione del Monza, non si scopre certamente adesso. Anche se ci sono almeno un paio di fattori che andrebbero analizzati in profondità. Le dichiarazioni nella conferenza stampa prepartita di Nesta non lasciavano dubbi: “Mi confermerei il prossimo anno? No, per come è andata la stagione non mi confermerei". Eppure nessuna dimissione, Nesta aspetterà una decisione da parte della società, come confermato anche nel post partita: Non mi è mai capitato di perdere così tanto nella mia vita. Le dimissioni non le darò mai perché non mollo mai, affondiamo e io affondo con loro”. Ed è qui il concetto base: affondare insieme. L’annata è di quelle da dimenticare, ma sono anche le modalità con il quale si rischia o si arriva a una retrocessione che cambiano completamente gli umori della piazza.
GALLIANI SE NE VA, LA CURVA IRONIZZA - E allora ecco che arriva il gesto inaspettato: una delusione tanto forte, profonda, sentita per Adriano Galliani che ha deciso, già a fine primo tempo, di abbandonare l’impianto e lasciare lo U-Power Stadium senza assistere alla seconda frazione della propria squadra. Un segnale forte, di evidente resa per un obiettivo fattosi sempre più lontano, giornata dopo giornata, e diventato praticamente inarrivabile. Ma ognuno è diverso in questo mondo e la reazione avuta dalla Curva è stata diametralmente opposta a quella del proprio dirigente: cori, cori a profusione, ironici, beffardi. "Portaci portaci portaci in Europa, oh Galliani portaci in Europa", "Che tanto già lo so, che l'anno prossimo, gioco di sabato" e ancora "Vinceremo, vinceremo, vinceremo il tricolor".

E ADESSO? - Il game over è prossimo. Manca solo l’aritmetica a condannare il Monza verso una lenta e inesorabile marcia in direzione Serie B. Lo storico gruppo che ha conquistato la prima storica promozione in A ha ormai staccato la spina, il mercato non ha riparato le lacune di una squadra che, sin dai primi passi di questo campionato, sembrava essere la candidata principale verso la discesa in cadetteria. E ora che succede? Il paracadute fornirà degli introiti utili per ripartire e provare a ricostruire una rosa che possa competere per l’alta classifica di B. Ci sarà chiaramente da capire chi sarà il proprietario di questa società e come vorrà strutturare i prossimi mesi estivi. Marinakis e Gabelli erano due dei nomi saltati agli onori della cronaca come possibili successori della galassia Fininvest. Prima verrà chiarito questo aspetto, prima il Monza potrà ripartire.
CHI RESTA? - Ripartire sarà la missione principale, il quesito da porsi è da chi: resterà Nesta in panchina? E quali giocatori lasceranno la Brianza? D'Ambrosio, Caldirola, Pereira, Sensi e Gagliardini sembrano essere ormai arrivati a fine ciclo e ci saranno vari giocatori in prestito che torneranno ai rispettivi club come Turati (al Sassuolo), Palacios (all’Inter); Zeroli (al Milan), Urbanski (al Bologna), Castrovilli (alla Lazio) e Bianco (alla Fiorentina). Alcuni elementi come Kyriakopoulos, Birindelli, Petagna, Caprari e Dany Mota potrebbero essere appetibili sul mercato e una loro cessione finanzierebbe una sessione estiva che potrebbe diventare importante. Infine (contando che ci sarà da dirimere il futuro di Colpani, il cui destino rischia di essere il ritorno alla casa base) c’è capitan Pessina: scenderà in B compiendo un’altra scelta di cuore per la squadra della sua città? Tanti dubbi, poche certezze. La prima fase della scalata Monza verso la storia, il sogno Serie A si è ormai chiusa e si concluderà con la retrocessione. Ora arriva la parte più dura: ripartire, ricostruire, non diventare una meteora del nostro campionato. Per il Monza non sarà per nulla semplice.
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Commenti
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Tra due anni,saranno il lega pro..il loro campionato.