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    Montella: 'Il closing ci ha distratto, ma i cinesi ispirano fiducia. No a Dzeko e su un mio ritorno alla Roma...'

    Montella: 'Il closing ci ha distratto, ma i cinesi ispirano fiducia. No a Dzeko e su un mio ritorno alla Roma...'

    Il tecnico del Milan Vincenzo Montella ha concesso un'intervista al Corriere dello Sport, nella quale ha affrontato diversi temi, dall'attuale momento di difficoltà in campionato, al cambio di proprietà.

    "Inevitabilmente qualcosa è successo a livello mentale dopo il closing, anche se per gran parte della stagione tutti avevano garantito la massima attenzione. Questo è stato assicurato anche da parte della nuova società. Ma quello che è accaduto, a livello di inconscio, non è colpa di nessuno. C'è stato un cambiamento importante, bisogna trovare un nuovo equilibrio. Si tratta di situazioni normalissime, inevitabili".

    Come si sta senza la pressione e le telefonate di Silvio Berlusconi?

    "E' da gennaio che non mi chiamava, ma da parte mia c'è sempre il massimo rispetto. Il mio punto di riferimento è stato Galliani. Io ho sempre parlato e trattato con i dirigenti che venivano interposti tra me e la proprietà. Non ho mai osato chiamare Berlusconi oltrepassando Galliani".

    Sugli ultimi 3 mesi negativi: "Forse abbiamo perso dei punti perchè il presidente non mi dettava più la formazione... Battute a parte, questo Milan sta tenendo fede a quelle che erano le premesse di questa annata agonistica. La classifica, alla fine, rispecchia quasi sempre i valori di una squadra. Non è vero che che non avevamo obiettivi. Comunque c'era e c'è tuttora quello di riconquistare l'Europa. E poi dovevamo creare le basi per il futuro, per dare alla squadra un'identità italiana. Questi obiettivi sono stati raggiunti".

    Sui problemi dell'attacco: "Tutta colpa mia. Evidentemente ho curato di più la fase difensiva, visto che ho ricevuto molte critiche in passato per la mia spregiudicatezza. In realtà, il mio obiettivo è sempre stato quello di dare alle mie squadre un modello di gioco vincente, con giocatori funzionali a questo obiettivo. Questa squadra, pur con i suoi difetti, piace al nostro pubblico che dà costante dimostrazione di questo. Io per questo sono orgoglioso di allenare il "mio" Milan".

    Cosa fare per tornare vincenti?

    "Ci vogliono organizzazione, intuito e, ovviamente, i risultati. Da dove si riparte? Il 1° luglio vorrei rivedere tanti ragazzi che ci sono oggi qui con me a Milanello. Credo che con pochi innesti quelli che ci sono oggi potrebbero fare ancora meglio. Molti dei miei calciatori sono migliorati. La loro volontà e i sacrifici si sono visti, i giovani hanno fatto molto bene. Sono fiero di loro a prescindere dalla posizione in classifica".

    Sul mercato: "Tanti soldi? Possono bastare anche meno. I prezzi del mercato non hanno logica. Sicuramente l'obiettivo è raggiungere i livelli di Juventus, Roma, Napoli e Inter. I nerazzurri, nonostante quello che dice la classifica, hanno un potenziale di alto livello".

    Sul passato e un possibile futuro a Roma: "Allenare i Giovanissimi è stata un'ottima palestra che mi ha permesso di allenare una squadra ben organizzata come il Catania. Quindi non ho nessun rimpianto. Il mio ritorno a Roma? Chi vive nella Capitale sa quanto sia difficile staccarsi, io ho ancora lì la mia residenza".

    Sul possibile arrivo di Dzeko: "La storia parla per lui, sa dialogare bene con i compagni e ha la fisicità importante da centravanti. Ma io sceglierei gli attaccanti piccoli, perchè sono più furbi. Il bomber ideale? Ne esiste uno solo, quello che sa segnare tanti gol".

    Contro la Roma la prima vittoria per la nuova proprietà?

    "Se finora non c'è stata è perchè in un passaggio di proprietà così complesso qualcosa si smuove, qualcosa cambia nell'incoscio di ognuno di noi. La società sta facendo tutto nella massima correttezza, non è mai cambiato alcun equilibrio. Yonghong Li e Han Li mi ispirano fiducia. Io sono molto sereno".

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