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Montella apre il caso-Chiesa: è una storia che non convince
UN CASO COSTRUITO? - Questa premessa è utile per far capire che alle sue notevoli qualità corrispondono, secondo noi, dei difetti su cui Chiesa deve lavorare di più, molto di più. Tuttavia non c’è dubbio che per la Fiorentina attuale (squadra tecnicamente da 8°/10° posto) Federico sia un giocatore molto importante. E il suo recupero è una tappa fondamentale per migliorare il livello dei viola soprattutto sul piano tecnico. Ma allora perché Montella lo ha voluto trasformare in un caso assai pericoloso in un momento così complicato per la sua squadra? "Chiesa non sta bene, fisicamente e mentalmente. Quando starà bene anche di testa, e se starà bene fisicamente, giocherà. Come tutti i giocatori gioca se sta bene mentalmente, oltre che fisicamente. Lo valuteremo nei prossimi giorni". Che vuol dire “mentalmente”? Che non è concentrato? Che sta pensando al mercato? Che il mal di pancia della scorsa estate non gli è ancora passato? Se Montella non avesse voluto inviare un messaggio chiaro e forte al giocatore si sarebbe limitato all’aspetto fisico: ha qualche problema e per questo non ha giocato. Invece no, è andato giù, in profondità, mettendo Chiesa con le spalle al muro.
POCA CHIAREZZA - E’ una storia che non ci convince. Chiesa arrivava dalla partita con la Nazionale, dal primo gol segnato in azzurro. Qualcuno ha cominciato a dire che Federico dà di più in Nazionale che nella Fiorentina, ma questo fa sorridere. E’ vero, ha finalmente segnato la prima rete con Mancini, ma in un fragoroso 9-1 contro l’Armenia e dopo la bellezza di 16 gare senza il becco di un gol, in perfetta media-Fiorentina... Si parla di un problema di pubalgia, ma qual è il problema mentale? E perché Montella ne parla solo dopo un’altra pesante sconfitta a Verona? Poteva farlo in qualche altra occasione, ci sono state delle partite in cui Chiesa non si è quasi visto. E invece, dopo i 6 gol incassati fra Cagliari e Verona ecco che spunta fuori il “problema mentale” di questo ragazzo. Se non fosse così scontato, si potrebbe pensare a un modo per dirottare l’attenzione su un giocatore anziché sul gioco. Che sta mancando da un po’ di tempo e di cui dovrebbe occuparsi l’allenatore.