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    Mondonico: 'Toro, facci vedere che sei guarito'

    Mondonico: 'Toro, facci vedere che sei guarito'

    Torino e Bergamo: due città, due squadre, due tifoserie che Emiliano Mondonico non può e non riesce a dimenticare. Tra promozioni e gloriose esperienze in Europa sulla panchina di entrambi i club, il tecnico ha vissuto quasi vent’anni a stretto contatto con questi due ambienti. E granata e nerazzurro sono colori cui è ancora fortemente legato. Mondonico, intervistato in esclusiva da calciomercato.com, domenica sarà presente all’Olimpico in veste di commentatore per la trasmissione “Quelli che il calcio” al fianco di Gigi Lentini.

    Mondonico, il Toro e l’Atalanta hanno ottenuto due successi chiave contro le milanesi nello scorso turno.
    Sono state due vittorie fondamentali contro due squadre costruite per vincere e sicuramente con qualcosa in più sotto il punto di vista tecnico. Entrambe sono andate sotto, ma hanno avuto il merito di non disunirsi e la forza di rialzarsi e di completare due grandi, e meritate, rimonte. Il campionato delle formazioni di Ventura e Reja è molto simile: è stato un percorso strano, ad inizio stagione nessuno poteva ipotizzare che avrebbero lottato per la salvezza.

    Come si spiega questi cammini al di sotto delle aspettative?
    Hanno vissuto diversi mesi senza ottenere risultati, così come vincere aiuta a vincere, continuare a perdere ti fa scattare brutti pensieri in testa ed è difficile risalire. Vedete, Torino e Atalanta si sono ritrovati come un uomo in un sentiero di montagna di fronte a una vipera: lui ha paura, deve decidere se affrontarla o cambiare strada. Granata e bergamaschi, troppo spesso, hanno cambiato strada, ma non hanno risolto nulla, anzi, hanno peggiorato la situazione; domenica scorsa, invece, hanno affrontato le difficoltà, e sono riusciti a ritrovare il successo. Se hai paura, non otterrai mai i risultati: i tre punti conquistati contro Inter e Milan devono rappresentare un nuovo inizio per queste due squadre.

    Cosa è mancato al Toro in questi tre mesi e mezzo disastrosi?
    Lo spirito di squadra, il sacrificarsi l’uno per l’altro. La Juventus non è più forte di Napoli e Roma, ma sta lassù perché tutti si aiutano e nessuno gioca per se stesso. La differenza tra il Toro e il Torino è il tremendismo: se non c’è, i granata diventano una squadra normale; se invece i ragazzi lo capiscono e lo applicano, ottengono grandi risultati, come accaduto nelle scorse stagioni. Ventura deve capire questo, è inammissibile, per una squadra come il Toro, scendere in campo e interpretare le partite come troppe volte è accaduto quest’anno.

    La salvezza per granata e bergamaschi è ormai raggiunta: cosa si aspetta dalla sfida di domenica?
    Mi auguro di vedere una bella gara, giocata a viso aperto da entrambe le squadre. Non hanno più l’ansia di dover ottenere i tre punti a tutti i costi, ormai la permanenza in serie A è cosa certa, possono essere liberi mentalmente e questo è senza dubbio un vantaggio per tutti e ventidue i giocatori che scenderanno sul terreno dell’Olimpico. Ventura ha detto più volte che i suoi ragazzi non erano sereni e tranquilli: la vittoria di San Siro deve aver ridato serenità e tranquillità, e anche quella giusta consapevolezza nei propri mezzi. Domenica pomeriggio capiremo davvero se il Toro è davvero guarito e ha completamente superato questi mesi terribili, domenica i granata ci diranno se il Torino è davvero tornato Toro.

    Emanuele Pastorella
     

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