Moncada: "Morata l'esempio di "non algoritmo", Zlatan il primo a parlargli. Fofana lo seguo dallo Strasburgo"
Per prendere Morata, che vi ha portato tanto a livello di leadership, non avete avuto bisogno di nessun algoritmo.
“Questo è l’esempio perfetto di “non algoritmo”. Abbiamo preso il capitano della nazionale spagnola, che ha vinto tutto e che ha giocato già anche in Italia. Ero totalmente convinto di Alvaro, ero sicuro che fosse il ragazzo perfetto per noi. Ha una mentalità importante nello spogliatoio, da leader”.
Hai fatto tu la prima chiamata al giocatore?
“No. Prima ho sentito l’agente, c’è anche questo lavoro da fare (ride, ndr). Zlatan poi ha parlato con il giocatore perché lo conosceva, e poi abbiamo parlato insieme. Mi piace questo esempio perché non arriva dai dati. L’anno scorso ha fatto 22 gol all’Atletico Madrid. Per noi è ancora un giocatore molto molto interessante. Sono contento, lui si sente molto bene qua”.
E cos’è che hai notato di Fofana che ti aveva colpito?
“Avevo visto un giovane che aveva tanta fiducia, che lavorava tanto in allenamento. Poi è stato interessante anche il suo rapporto con i tifosi, è un ragazzo che è sempre sorridente e aperto. Mi è piaciuto, era il suo primo anno a Strasburgo in Ligue 1: subito titolare, non ha fatto prima un percorso nel settore giovanile. È stato interessante vedere come si allena”.
Quindi nei vostri database quand’è che è comparso per la prima volta il nome di Fofana?
“Sono arrivato a gennaio 2019 a Milano, Fofana l’avevo già visto quando ero al Monaco, lui giocava nella seconda squadra dello Strasburgo. Ho portato il mio database a Milano e l’abbiamo seguito. Ha cominciato a giocare tante partite in Ligue 1: lì inizia ad essere difficile perché sono arrivati anche club tedeschi e inglesi. L’abbiamo comunque seguito fino al Monaco”.