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    Momenti Di Gioia: la favola del Kosovo, dalla guerra etnica al sogno Euro 2020. E c'è anche tanta Italia

    Momenti Di Gioia: la favola del Kosovo, dalla guerra etnica al sogno Euro 2020. E c'è anche tanta Italia

    • Alessandro Di Gioia
    "In un calcio ormai privo di esempi da seguire e positività, ma sempre più basato sul denaro e sul ritorno economico, e funestato da eventi che con il pallone non hanno nulla a che vedere, questa rubrica vuole proporre un momento di svago settimanale che ci riavvicini allo sport più bello del mondo, legato al campo di gioco ma non solo, anche ai social, alle iniziative di beneficenza e a storie da raccontare: il calcio è felicità, il calcio è passione, il calcio è "Momenti Di Gioia"".

    "Euro 2020 per il Kosovo è un sogno che certamente può trasformarsi in realtà" raccontava un mese fa Bersant Celina,  calciatore kosovaro con cittadinanza norvegese, centrocampista dello Swansea City e della nazionale nata nel marzo del 2014. Ebbene, la classifica del Gruppo A delle qualificazioni al torneo internazionale della prossima estate parla chiaro: Inghilterra prima a quota 15, Repubblica Ceca seconda a 12 e Kosovo terzo, a solo un punto dalla qualificazione quando mancano due giornate al termine, con il prossimo decisivo scontro in programma proprio a Praga il prossimo 14 novembre. Vincere significherebbe portarsi con un piede e mezzo a Euro 2020, in attesa dell'ultima sfida in casa contro l'Inghilterra.

    DA RRAHMANI A BERISHA, C'E ANCHE TANTA ITALIA - Sono passati solo cinque anni dalla prima partita ufficiale disputata dalla Përfaqësuesja kosovare e futbollit, nell'amichevole contro Haiti, seguita dal popolo kosovaro come se fosse una finale del Mondiale: ieri il Kosovo ha sconfitto per 2-0 il Montenegro, altro stato dell'ex Jugoslavia, nella sfida del Fadil Vokrri Stadium di Pristina, con le reti del difensore del Verona e capitano Amir Rrahmani e dell'attaccante classe 1994 del Fenerbahce Vedat Muriqi. Grazie a questi due e a calciatori come il laziale Valon Berisha e l'ex Palermo Samir Ujkani, ma anche Arijanet Muric, Mergim Vojvoda, Fidan Aliti, Benjamin Kololli, Hekuran Kryeziu, Herolind Shala, Milot Rashica, Bersant Celina e Arbër Zeneli, la nazionale kosovara ha realizzato una delle strisce di imbattibilità più lunghe della storia e ora sogna la prima storica qualificazione alla fase finale di un torneo internazionale.

    DA SHAQIRI A XHAKA ED HETEMAJ, I KOSOVARI LONTANI DALLA PATRIA - Un'impresa epica, per una nazionale scaturita da una lunga guerra etnica e attualmente riconosciuta solo da 113 paesi dell'Onu, mentre 73, tra cui Russia e Cina, sono contrari: il Kosovo è una regione che dal 1300 è al centro di un continuo braccio di ferro tra le spinte indipendentiste legate all’identità nazionale albanese e l’egemonia dei serbi che la considerano vitale per la loro nazione. Situati al momento al 119esimo posto del ranking FIFA, i Dardani ora sognano quella qualificazione che la Serbia potrebbe non centrare: un risultato sportivo importante, dedicato anche ai calciatori come gli svizzeri Xherdan Shaqiri e Granit Xhaka e il finlandese Perparim Hetemaj, tutti di origine kosovara, che hanno più volte fatto sentire la propria vicinanza al paese di origine. Un paese che ha ottenuto la totale indipendenza soltanto nel febbraio 2018, dopo anni di odio e guerre: un messaggio importante per lo sport, a prescindere dalle bandiere. 

    @AleDigio89
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