Getty Images
Milva, la ragazza scalza delle balere che seppe trasformarsi in una Diva
PIU' POPOLANA CHE POPOLARE - Se ne è andata, ottantunenne, dentro la nuvola di fumo delle sue incontrollabili sigarette alle quali non volle mai rinunciare. Ilva Maria Biolcati, conosciuta nel mondo come Milva, ha anticipato il viaggio che, inevitabilmente, toccherà fare anche ad Anna Maria Mazzini, in arte Mina, ed a Ornella Vanoni le nostre ”vecchie signore” della canzone. Delle tre è stata la più “popolana” e la meno “popolare” per quel suo essere diventata, strada facendo, un’autentica Diva sul genere di Rita Hayworh anche per la tinta rosso fuoco dei loro capelli. Un passo oltre la canzone, dunque per un’immersione nell’arte più colta ed impegnata. E dire che la sua partenza avviene nei balli a palchetto allestiti nelle fiere paesane della sua Goro.
GLI INIZI - Una ragazzina, prosperosa e ancora castana, che canta melodico e liscio presentandosi scalza non per vezzo ma perché le scarpe ai piedi non le sopportava. Una voce potente che usciva da una bocca più larga di quanto prevedessero i tradizionali canoni estetici. Fu lì che la notò Maurizio Corgnati, un regista e autore torinese, il quale sapeva scorgere cosa poteva nascondersi dentro la materia grezza e riusciva a renderla qualche cosa di unico. I due si sposarono, malgrado la differenza di età e misero al mondo la figlia Martina.
LA TRASFORMAZIONE - Dopo nove anni, durante i quali la metamorfosi artistica di Milva si fece sempre più evidente, lei lo lasciò per il giovane e bell’attore Mario Piave. Eppure per tutta la vita ammise che senza Maurizio al suo fianco Maria Ilva sarebbe al massino rimasta la ”pantera di Goro”, ma non sarebbe mai diventata La Diva Milva. Una trasformazione, estetica e intellettuale, avvenuta per gradi e completata dal grande regista Giorgio Strehler il quale a Milva insegnò l’arte della recitazione, l’amore per i classici e, soprattutto, la fusione corpo-anima con le opere di Bertolt Brecht. In tutta Europa Milva venne conosciuta e riconosciuta come la ”voce” della controcultura. E da tutto il mondo oggi verrà salutata con la raccomandazione di non metterle le scarpe che proprio non sopportava.