Diego Milito e l’Inter, costretti a stare insieme da 10 milioni lordi di euro a stagione fino al 2014. Nessuno nel mondo ingaggerebbe a questa cifra, ma anche a cifre dimezzate, un attaccante di trentadue anni che è sempre un buon giocatore ma ha perso quel 10% (a essere buoni) di riflessi che fa la differenza fra il gol e il quasi-gol. Nessuno è capace di voltare pagina nel momento in cui sta vincendo, ma Milito è stato forse il più tragico degli errori di Moratti nel dopo Madrid. Tutti sono professionisti, nel loro ambito, ma chiedere soldi mezzo secondo dopo il fischio finale poteva essere considerato in altre realtà un buon motivo per essere accompagnati alla porta prima che il contratto ‘adeguato’ diventasse un macigno a livello tecnico e di bilancio. Perché fra l’essere incedibile e il diventare invendibile il passo è davvero breve. Una morattata che su scala minore è stata applicata anche ad altri giocatori (Lucio, eccetera), al punto che fino al 2014 sarà impossibile davvero rifondare una squadra che per tre stagioni si trascinerà a prescindere dal nome dell’allenatore (in questo senso, ma solo in questo senso, Baggio non sarà peggio di Ranieri). A meno di non regalare tutti, pagandogli anche parte dell’ingaggio, come è avvenuto con Pandev.