Milinkovic-Savic va in Arabia per soldi: si pentirà e tornerà indietro. E non sarà l'unico
Sono convinto che il ciclone saudita faccia bene a molti, dai club che incassano ad un calcio che dilata i propri confini. Gli unici, però, che, fra meno di un anno o due, si saranno pentiti della scelta saranno proprio i calciatori, cioé quelli che adesso muovono verso i sauditi perché li ricoprono d’oro. Si accorgeranno presto che il calcio non è solo un gioco o una disciplina sportiva, ma è cultura, radicamento, passione, coinvolgimento, tifo, bar dello sport, giornali, tivù, gente in piazza che ride o che piange per il risultato della propria squadra. I soldi sì, ma tutto quello che li ha spinti ad affrontare una vita di gioia e sacrificio per diventare calciatori professionisti, non si troverà nella Saudi Professional League e nei non molti spettatori che la seguiranno.
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Non mi sorprenderei perciò che, come in queste settimane stiamo assistendo ad una migrazione dall’Europa verso l’Arabia, già a gennaio fioriscano i presupposti per un fenomeno opposto, ovvero quello del ritorno al calcio continentale. Ricco di difetti, è vero, ma insostituibile. Perché prodotto originale, esportabile solo televisivamente.